Salute, benessere e prevenzione
i consigli quotidiani per vivere meglio.
La malattia polmonare da micobatteri non tubercolari o malattia polmonare NTM, è una rara e grave infezione batterica a trasmissione ambientale causata da specie micobatteriche diverse rispetto a quelle della tubercolosi. Gli organismi coinvolti sono i cosiddetti micobatteri non tubercolari (NonTuberculous Mycobacteria, NTM) che si trovano nell’ambiente naturale a livello del suolo e dell’acqua. Il trattamento […]
La malattia polmonare da micobatteri non tubercolari o malattia polmonare NTM, è una rara e grave infezione batterica a trasmissione ambientale causata da specie micobatteriche diverse rispetto a quelle della tubercolosi. Gli organismi coinvolti sono i cosiddetti micobatteri non tubercolari (NonTuberculous Mycobacteria, NTM) che si trovano nell’ambiente naturale a livello del suolo e dell’acqua.
Il trattamento delle micobatteriosi polmonari è piuttosto complesso e non sempre risolutivo. Il dottor Luigi Codecasa, Direttore tisiologia del centro di riferimento regionale per la tubercolosi della Regione Lombardia, ha fatto chiarezza sulla patologia e sulle novità terapeutiche a Sanità Informazione.
Dottore, qual è la differenza tra la tubercolosi e la malattia polmonare da micobatteri non tubercolari?
«Sono due malattie che appartengono allo stesso gruppo di agenti patogeni insieme alla lebbra. Tutte malattie che hanno una storia nell’immaginario collettivo dell’umanità. La tubercolosi è una malattia che ha segnato gli ultimi duecento anni delle conoscenze mediche culturali dell’uomo; la micobatteriosi è un malattia che nasce da molti meno anni e ha un impatto inferiore sulla conoscenza e anche sulla percezione della gravità da parte dei pazienti. Tuttavia, sembra che la forma fosse stata descritta da Oscar Wilde parlando della protagonista della commedia vittoriana Lady Windermere che aveva una sintomatologia caratteristica nel coprirsi la bocca con il ventaglio e tossicchiare e sembrerebbe inquadrarsi in questa sindrome da micobatteriosi non tubercolare (tanto da prendere il nome di sindrome di Lady Windermere). Sono tutte malattie che richiedono una grande attenzione e impegno da parte delle strutture sanitarie che, se lasciate a sé, hanno un’elevata mortalità. La tubercolosi aveva un mortalità intorno al 40-50% prima degli antibiotici e le micobatteriosi non tubercolari hanno una mortalità altrettanto elevata se non curate. Purtroppo, non avendo ancora delle terapie particolarmente mirate come invece abbiamo per la tubercolosi, la mortalità e il tasso di fallimenti terapeutici è ancora estremante levato».
Esistono, oggi, nuovi approcci terapeutici?
«Oggi come oggi, una grossa parte della terapia delle micobatteriosi deriva da quella della tubercolosi, anche se a volte si utilizzano farmaci che si usano per curare altre patologie che nulla hanno a che vedere con i micobatteri come i macrolidi. C’è da dire che si stanno provando altri farmaci come il linezolid, la bedaquilina o un revival dell’amikacina sotto diverse formulazioni e in particolare sotto quella aerosolica, in modo tale da avere una percentuale maggiore di guarigione o controllo della malattia».