L’identikit biologico usato per il caso Gambirasio e le nuovissime tecniche che utilizzano l’umor vitreo per stabilire l’ora esatta della morte, sono solo alcuni dei nuovi strumenti a disposizione del medico legale. Ne parla Marina Baldi, docente di genetica forense presso l’Università eCampus e docente del corso ECM “Sulla scena del crimine. Dalla procedura penale alla genetica forense” organizzato da CONSULCESI CLUB il 29 novembre a Roma
La medicina legale sta facendo passi da gigante. Solo poche settimane fa è stato pubblicato il nuovo metodo messo appunto dall’Università di Verona che consente di calcolare con notevole accuratezza l’ora del decesso analizzando la concentrazione della molecola ammonio nell’umor vitreo ovvero un fluido trasparente che riempie l’occhio umano. «Il ruolo si sta modificando continuamente in quanto le nuove tecnologie consentono di ottenere delle informazioni sempre più approfondite ed accurate» spiega la professoressa Marina Baldi, docente di genetica forense presso l’Università eCampus e docente del corso ECM “Sulla scena del crimine. Dalla procedura penale alla genetica forense”, organizzato da CONSULCESI CLUB e dedicato all’aggiornamento dei professionisti del settore (CLICCA QUI PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI).
Tra gli ultimi metodi che stanno rivoluzionando il settore, spiega ancora la professoressa Baldi: «Ci sono le analisi genetiche che ci consentono di fare le analisi del Dna molto rapidamente. In mezz’ora come fosse un’estemporanea in un esame chirurgico, quando si fa l’intervento e l’istologo fa un primo esame per capire se si deve operare o no. La stessa cosa ora si può fare con il Dna. Esistono dei camper che vanno davanti la scena del crimine, fanno il profilo velocemente in modo tale da dire se la traccia è buona, se è stata prelevata bene e fanno un profilo».
LEGGI: IL MEDICO SULLA SCENA DEL CRIMINE, ARRIVA IL PRIMO CORSO IN REALTÀ AUMENTATA
Non solo, nuove tecniche riguardano l’identikit biologico. «Si riesce a sapere il colore degli occhi, quello dei capelli, l’etnia, più o meno anche l’età. Uno strumento molto interessante che si sta evolvendo rapidamente. Ad esempio, questo metodo è stato usato per l’omicidio Gambirasio, dal Dna portato negli Stati Uniti hanno stabilito che la persona aveva gli occhi azzurri. Sono tutti strumenti sperimentali, – precisa la genetista – ma che stanno per entrare nella routine».
Un campo in continua evoluzione, ma ancora con dei limiti da superare. «Tutti gli esami fatti in condizioni critiche possono essere discutibili. Casi in cui il Dna è molto degradato, dove ne abbiamo troppo poco oppure le salme sono in avanzato stato di decomposizione e qualche volta non si riesce ad ottenere un risultato. Queste sono ancora oggi le maggiori criticità».
In questo quadro, l’aggiornamento professionale diventa uno degli strumenti più importanti. «Ci sono tantissimi esami nuovi che il medico legale può fare e quindi la formazione è sempre fondamentale». Secondo il parere della professoressa Baldi, ciò che un medico legale deve assolutamente conoscere «sono le linee guida nazionali, ma anche gli aggiornamenti sulla biostatistica, la quale stabilisce quanto è frequente un certo genotipo nella popolazione mondiale e per stabilire qual è la probabilità che un’altra persona abbia lo stesso profilo. Questo -chiosa – non è un lavoro facile».
Tuttavia, appassionante. «E’ un lavoro molto bello, – racconta infine la genetista – anche se ha a che fare con l’aspetto brutto dell’umanità, vedere degli omicidi non è facile. Però quando si riesce ad assicurare un assassino alla giustizia è una soddisfazione».