La struttura privata, immersa nel verde del Parco di Veio a Roma, ha raccolto l’appello lanciato nel 2015 durante la Conferenza Internazionale sul clima di Parigi con la Health Climate Challenge
Sostenibile, responsabile e inclusiva. Sono le parole d’ordine di Nuova Villa Claudia, la prima casa di cura in Italia a convertirsi totalmente all’ecosostenibilità. La struttura privata, immersa nel verde del Parco di Veio a Roma, ha deciso di raccogliere l’appello lanciato nel 2015 durante la Conferenza Internazionale sul clima di Parigi con la Health Climate Challenge, che ha mobilitato le istituzioni sanitarie di tutto il mondo a svolgere un ruolo leader nell’affrontare il cambiamento climatico anche ripensando agli investimenti in Sanità: dalla costruzione di nuovi presidi alla ristrutturazione di quelli esistenti, in armonia con il territorio, l’ambiente e la Salute collettiva.
“Abbiamo scelto di pensare green” è il nome del progetto che Nuova Villa Claudia ha adottato per ripensare in chiave ambientale, tutti i suoi processi. «E’ un lavoro a lungo termine, saranno 5 anni di progetto fino ad arrivare ad una riduzione importante dell’impatto ambientale della struttura» spiega a Sanità Informazione, Laura Melis, Direttore Generale Nuova Villa Claudia. «Certo, non saremo mai green al cento per cento, perché si può immaginare di quanta energia abbiamo bisogno anche solo per far partire una risonanza magnetica. Però ci stiamo lavorando. Cercheremo di approvvigionarci attraverso il geotermico, si tratta di energie alternative importanti».
Si partirà dalla filiera degli acquisti. «Tutti i fornitori – spiega la direttrice della struttura privata – saranno chiamati a certificare l’ecosostenibilità dei loro prodotti. Dal prodotto per le pulizie, all’acquisto del materiale». Un primo passo tutt’altro che semplice. «Sembra poco ma è una cosa complicatissima perché in Italia il concetto green è ancora molto lontano. C’è una sostenibilità economica poco conveniente per un’azienda. Il green oggi in Italia costa. Facevamo l’esempio sciocco della carta riciclata. Una risma costa in media il doppio di una non riciclata. Bisogna fare grandi approvvigionamenti per abbattere i costi».
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Il faticoso percorso di riconversione ambientale, al momento è vissuto in solitaria. «Al momento non abbiamo incentivi, ma stiamo puntando a vedere a livello europeo come possiamo prenderli». Durante la conferenza stampa di presentazione del progetto, l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato ha annunciato la volontà della Regione Lazio di creare incentivi per sostenere chi si convertirà al green. «Quello che chiederei in questo momento è di velocizzare e prevederlo anche per piccoli importi. Noi siamo una grande azienda che può ridurre le spese ordinando tanto, ma se noi vogliamo far passare il concetto di green anche nelle piccole aziende, bisogna che questi incentivi si ramifichino».
Da qui l’idea di una “Centrale d’acquisti green”. «Ci sono altre piccole aziende che non hanno la possibilità di comprare in grandi quantità e quindi si ritrovano con prezzi duplicati. Attraverso questa centrale d’acquisti come aziende possiamo unirci per comprare solo green ma tutti insieme, così chi deve comprare ad esempio venti risme di carta e non duecento può approvvigionarsi senza costi maggiorati»
«L’importante – puntualizza Melis – è che le istituzioni comprendano che se vuoi fare green, se vuoi che le imprese e le persone investano nell’eco-sostenibile devi fare in modo aiutarle a sostenere la spesa che almeno deve essere pari a quello che spendono per il non-green, in modo tale che chi non può permettersi di pagare di più posso scegliere con la testa e il cuore, non con il portafoglio».