Salute 3 Dicembre 2019 12:15

A Milano il primo ospedale ‘rosa’ d’Italia, il Macedonio Melloni: dallo sviluppo puberale alla menopausa, tanti servizi per la salute della donna

La struttura nasce con il supporto di Fondazione Onda, da sempre attenta al tema della medicina di genere. Gallera (Assessore al Welfare Lombardia): «Le donne hanno reazioni diverse ai farmaci, hanno problematiche differenti da quelle degli uomini e se vogliamo curarle ed accompagnarle nel loro percorso di vita in maniera ottimale, dobbiamo mettere in campo misure diverse»

di Federica Bosco

Nasce a Milano il primo ospedale rosa in Italia: è il Macedonio Melloni, interamente dedicato alla salute della donna. Un primato che ancora una volta spetta a Regione Lombardia che, con l’Asst Fatebenefratelli Sacco, a cui appartiene l’ospedale Macedonio Melloni, e Fondazione Onda, ha puntato sulla medicina di genere con percorsi specifici nelle varie fasi della vita.

«Le donne verranno prese in carico – ha spiegato, a margine della conferenza stampa, Marisa Errico, Direttore medico di presidio del Fatebenefratelli Sacco –. Tutti i servizi saranno disponibili in un’unica struttura ospedaliera, nel caso specifico la Macedonio Melloni.  Siamo partiti con i primi quattro che sono i disturbi dello sviluppo puberale che interessa le ragazze sostanzialmente, una fascia di età compresa tra gli undici e i diciotto anni gestito da una pediatra che si avvale della collaborazione di un team costituito da una neuropsichiatra, da una ginecologa e da un’endocrinologa. Abbiamo poi istituito il percorso della poli-abortività che spesso è problematico per una donna, gestito da una ginecologa insieme a colleghi esperti nell’isteroscopia e in indagini specifiche, supportata da un immunologo internista, da un ematologo, da una genetista, da un neurologo. Abbiamo poi istituito il percorso donne in menopausa, coordinato da una ginecologa, ma supportato da un team che vede anche la figura del nutrizionista, dell’endocrinologo e dello psicologo ed infine abbiamo attivato il percorso salute e lavoro per cui offriamo alle donne con disagi lavorativi, una equipe del centro psiche donna. Ma ce ne sono altri che stiamo predisponendo, proprio perché una donna si senta accolta e seguita. La differenza sostanziale sta nel fatto che qui non facciamo la prenotazione di una visita, ma un team prende in carico la donna e si preoccuperà di fissare i controlli, gli esami necessari alla formulazione corretta della diagnosi e quindi la terapia migliore».

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A fianco del presidio ospedaliero Fatebenefratelli Sacco c’è Fondazione Onda, da tempo impegnata per l’emisfero femminile con i Bollini Rosa, il riconoscimento agli ospedali attenti alla prevenzione, diagnosi e cura delle malattie femminili.

«Il nostro progetto era basato sulla realizzazione di una struttura che si ispirasse al Brigham and Women Hospital di Boston – ha voluto sottolineare Francesca Merzagora Presidente di Fondazione Onda – e questo è l’anno di maturazione, anche perché è stata approvata la legge sulla medicina di genere e siamo il primo paese d’Europa a sviluppare un progetto di questo tipo».

«Questo è l’inizio di un percorso che vedrà altre strutture all’avanguardia in Regione Lombardia – ha confermato l’assessore al Welfare di regione Lombardia Giulio Gallera. – Siamo molto soddisfatti di questa partnership con Fondazione Onda che ci ha aiutato e accompagnato in questa specializzazione. La medicina di precisione personalizzata è una delle grandi aree su cui noi stiamo investendo molto, stiamo per creare un IRCCS che è il San Gerardo di Monza, che avrà proprio tra le sue caratteristiche la medicina di precisione e non c’è, per ora, medicina di precisione maggiormente definita se non quella di genere perché le donne hanno reazioni diverse ai farmaci, hanno problematiche differenti da quelle degli uomini e se vogliamo curarle ed accompagnarle nel loro percorso di vita in maniera ottimale, dobbiamo mettere in campo misure diverse da quelle fatte per gli uomini. All’interno dell’ospedale Macedonio Melloni, oltretutto c’è l’Università e quindi questo ci aiuta a fare formazione, ricerca e ad offrire un’assistenza sempre più mirata ed attenta ai bisogni specifici delle donne in maniera multidisciplinare».

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