Al 14° Forum Risk Management di Firenze sessione dedicata ai tecnici di laboratorio. L’Associazione nazionale tecnici di laboratorio biomedico punta sulla formazione: «Puntiamo alla collaborazione con le società scientifiche come Simedet e SIPMeL»
Innovazione tecnologica, change management, ruolo dirigenziale. Il ruolo e le competenze del tecnico di laboratorio vanno ampliandosi sempre di più di pari passo con il ruolo sempre più importante che le professioni sanitarie non mediche stanno acquisendo nell’ambito della sanità.
Di tutto questo si è parlato a Firenze al 14° Forum Risk Management nella sessione “Tecnologie e competenze applicate dai professionisti sanitari del laboratorio biomedico per la riduzione e gestione del rischio clinico” organizzata dall’ANTEL, l’Associazione nazionale dei tecnici di laboratorio biomedico. Ne abbiamo parlato con la presidente ANTEL Alessia Cabrini, che ai microfoni di Sanità Informazione ha sottolineato il ruolo essenziale dell’aggiornamento professionale, attività che sarà sempre più essenziale con la trasformazione di ANTEL in associazione tecnica scientifica. ANTEL è impegnata in questi giorni nelle votazioni che si stanno susseguendo in tutta Italia per la costituzione delle Commissioni d’Albo all’interno dell’Ordine TSRM e PSTRP nel quale è confluita la professione del tecnico di laboratorio.
Presidente, sappiamo che la sanità sarà sempre di più multidisciplinare. Quale sarà il ruolo del tecnico di laboratorio in futuro?
«Il ruolo che il tecnico di laboratorio ha e avrà è sempre di maggior sviluppo di quelle che sono le competenze e il profilo nell’ambito anche nella gestione delle nuove tecnologie e nella prevenzione del rischio clinico. Il laboratorio ha da sempre preceduto quella che è l’innovazione tecnologica, l’ha favorita e lavora alla prevenzione del rischio nell’ambito delle varie metodiche, delle varie analisi ma anche per una maggior valorizzazione di quelle che sono le competenze del professionista».
Le competenze del professionista stanno aumentando anche in virtù del ruolo della tecnologia. Di questo cosa si è detto al Forum Risk Management?
«Si è parlato delle varie tecnologie negli ambiti specifici, settoriali del laboratorio, dell’anatomia patologica, la microbiologia, la biochimica clinica, e poi dei nuovi modelli di riorganizzazione nell’ottica di un change management. Bisogna focalizzare anche quella che è la riorganizzazione nell’ambito delle nuove competenze ma soprattutto per una nuova leadership che coinvolga il personale del comparto e la dirigenza verso un miglioramento focalizzato anche sulla formazione che è fondamentale».
Voi come ANTEL puntate molto sulla formazione. Che attività svolgete a proposito?
«Abbiamo sempre organizzato corsi di aggiornamento in tutti gli ambiti delle discipline del laboratorio ma particolarmente oggi stiamo attuando una collaborazione con le società scientifiche. Ne è un esempio il convegno di oggi che ha una collaborazione con Simedet, Società Italiana di Medicina diagnostica e terapeutica ma anche con SIPMeL, Società Italiana di Patologia Clinica e Medicina di Laboratorio. Abbiamo anche aperto la strada con SIBIOC. È importante questo interfacciarci con la società scientifiche anche nell’ottica di una multiprofessionalità e multidisciplinarietà in quello che sarà l’ordine delle professioni sanitarie in cui oggi siamo riconosciuti come professionisti».