La Direttrice della Formazione dell’Ospedale Careggi di Firenze spiega il grande impegno del nosocomio per l’aggiornamento professionale dei lavoratori: «Abbiamo un piano di formazione che ha circa 250 eventi suddivisi in aree tematiche. Nel 2019 sono stati 29mila gli operatori formati»
L’aggiornamento professionale è ormai un dovere imprescindibile per ogni professionista sanitario, sia per motivi deontologici che per gli obblighi legislativi sulla formazione. Così anche le aziende ospedaliere si stanno attrezzando per garantire ai propri lavoratori di essere sempre aggiornati sulle ultime novità in ambito scientifico ma anche sulle novità in ambito di gestione del rischio e responsabilità professionale. Un esempio è l’Ospedale Careggi di Firenze che, come racconta Simona Carli, Direttore U.O. Formazione del nosocomio fiorentino, ha messo in piedi un sistema che ha portato nel 2019 a formare 29mila operatori tra medici e professioni sanitarie non mediche. Uno sforzo importante che è stato portato da esempio al convegno “Lo stato dell’arte a due anni dall’approvazione della Legge Gelli” che si è svolto a Roma all’Ospedale San Giovanni Battista e che ha avuto il patrocinio del Careggi e della Simedet, Società italiana di Medicina Diagnostica e Terapeutica.
Direttrice, lei si occupa della Formazione in un grande struttura ospedaliera che è il Careggi di Firenze. Come vi state organizzando nella grande sfida di formare gli operatori?
«Questa è una sfida perché oggi si parla di qualità e sicurezza ma la formazione è uno strumento di qualità e sicurezza perché operatori formati sono operatori più sicuri ed erogano più cure di qualità e sicurezza. Noi ci stiamo organizzando essendo Careggi una grande struttura con 5mila dipendenti. Abbiamo un piano di formazione che ha circa 250 eventi suddivisi in aree tematiche. Ancora tra le aree tematiche prevalenti sono ancora troppe quelle tecnico-professionalizzanti e non tantissime quanto dovrebbero essere su questi argomenti. Ci stiamo lavorando facendo un piano condiviso con i capi dipartimento quindi non recependo semplicemente i loro desiderata ma cercando di indirizzarli appunto verso questi argomenti utilizzando metodiche innovative perché ormai il corso in aula, la lezione frontale è un po’ datata quindi vogliamo andare incontro anche alle esigenze mutate di lavoro, carenze di personale, quindi corsi in aula e sul campo, formazione sul campo, formazione a distanza aprendoci anche a richieste che ci pervengono da ordini come gli ordini degli avvocati, gli ordini degli ingegneri. Soprattutto gli ordini degli avvocati perché questi temi li coinvolgono. È difficile a volte fare un discrimine tra sanità e legge».
Gli operatori si stanno formando?
«Nel 2019 sono stati 29mila gli operatori formati al Careggi tra tutte le professioni sanitarie».
Un bel numero. Ricordiamo che la formazione è importante ai fini della responsabilità e può essere uno strumento di difesa di fronte a una chiamata in causa…
«Assolutamente. Io credo che gli strumenti più forti siano la formazione e anche le lineee guida perché in una professione che cambia così velocemente non si può rimanere indietro rispetto alle normative. Basta solo una delibera aziendale che va più lenta di un progresso scientifico. Quindi credo che le linee guida e le raccomandazioni siano una difesa enorme del professionista».