Il Segretario generale della Cisl Medici sottolinea: «È chiaro che ci aspettiamo per il 2019-2021 un finanziamento più adeguato per poter recuperare questi dieci anni di fermo contrattuale»
Soddisfazione per il contratto che si sta per concludere, quello 2016-2018 («il migliore alle condizioni date») ma preoccupazione per il prossimo, quello 2019-2021 per l’esiguità di risorse previste nella Legge di Bilancio. È questo lo stato d’animo di Biagio Papotto, Segretario generale di Cisl Medici, che ai microfoni di Sanità Informazione ha voluto ricordare le novità positive del contratto che, salvo colpi di scena, entro la fine di dicembre sarà siglato in via definitiva dai sindacati medici. «Con il 3,48% un contratto migliore non si poteva fare. Abbiamo spostato quel finanziamento sul tabellario uguale per tutti ma abbiamo dato per la prima volta i soldi per il disagio lavorativo e sui giovani neoassunti che finora venivano penalizzati» spiega Papotto.
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Diverso il discorso per il prossimo contratto, quello 2019-2021: ancora non è partita la trattativa ma i sindacati già mettono le mani avanti. Nella Legge di Bilancio, al momento al vaglio del Parlamento, il finanziamento del rinnovo contrattuale per il 2019-2021 del pubblico impiego viene implementato di 225 milioni per il 2020 e di 1,4 miliardi per il 2021. Tale incremento consentirebbe un aumento pari al 1,30% per il 2019, al 1,92% per il 2020 e del 3,49% per il 2021. Più o meno lo stesso dell’ultimo contratto 2016-19. «Il miliardo e 700 milioni di cui si parla, non basterebbero per fare i contratti della dipendenza», chiosa il segretario Cisl.
Segretario, affrontiamo il tema del contratto. Il Cdm ha approvato l’ultimo contratto, sono 190 euro in più al mese. Una buona notizia per voi…
«Il Consiglio dei Ministri ha dato via libera al precontratto che abbiamo firmato a luglio, ora è al vaglio della Corte dei Conti, aspettiamo: entro il mese di dicembre la firma definitiva. Come tutti i contratti ci sono cose buone e cose meno buone. Noi avevamo un finanziamento del 3,48%, lo stesso che è stato concesso a tutti i dipendenti dello Stato e quindi anche a noi. Con il 3,48% un contratto migliore non si poteva fare. Abbiamo spostato quel finanziamento sul tabellario uguale per tutti ma abbiamo dato per la prima volta i soldi per il disagio lavorativo e sui giovani neoassunti che finora venivano penalizzati. Con questo contratto anche i neoassunti avranno il giusto finanziamento per la loro retribuzione di posizione fissa e variabile. Come tutti i contratti si poteva fare meglio, avremmo voluto un aumento di duemila euro al mese ma i soldi non ci sono e con i 145 euro pro capite meglio di questo non si poteva fare».
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La notizia meno buona è che per il prossimo contratto le risorse sembrano un po’ esigue…
«Io una battuta al ministro Speranza l’ho fatta quando ha detto: ‘finalmente un nuovo contratto’. Io gli ho detto: ‘Ministro, veramente parliamo del vecchio contratto perché questo contratto è scaduto il 30 dicembre 2018’. Per il 2019-2021 ad oggi non c’è un giusto finanziamento. È chiaro che ci aspettiamo per il 2019-2021 un finanziamento più adeguato per poter recuperare questi dieci anni di fermo contrattuale. Speriamo che in questa Legge di Stabilità che si sta discutendo si metta il giusto finanziamento, non sicuramente il miliardo e 700 milioni di cui si parla, non basterebbero per fare i contratti della dipendenza».