Associazioni dei consumatori preoccupate dai dati emersi dall’inchiesta del settimanale Panorama. Gabriele (Adiconsum): «La mancata formazione va ad alimentare il costo del contenzioso tra medico e paziente, soldi che potrebbero servire a pagare meglio i medici». Gaudioso (Cittadinanzattiva): «Chi non ha completato percorso se ne assuma le responsabilità»
L’inchiesta di Panorama sul mancato aggiornamento professionale da parte di medici e operatori sanitari continua a provocare reazioni. I dati sul mancato adempimento dell’obbligo della formazione continua (solo il 54% dei camici bianchi è in regola almeno secondo i dati del triennio 2014-2016) allarma i pazienti e le associazioni dei consumatori. Così come il potenziale conflitto d’interesse tra l’organo deputato a controllare, la Commissione ECM al cui interno vi sono anche numerosi medici, e quello chiamato a erogare le sanzioni, gli Ordini dei Medici.
«I medici sono ancora in tempo per formarsi ed è questa l’unica soluzione possibile» sottolinea Luigi Gabriele, responsabile Affari istituzionali di Adiconsum (Associazione difesa consumatori e ambiente), che chiede inoltre una maggiore trasparenza sul meccanismo di controllo dell’aggiornamento professionale.
Sulla stessa lunghezza d’onda Cittadinanzattiva, da sempre in prima linea nella difesa dei pazienti: «Bisogna cambiare il modello di ECM – sottolinea Antonio Gaudioso, Segretario di Cittadinanzattiva -. Il controllore deve essere parte del percorso sin dall’inizio, si diano degli obiettivi formativi, si verifichi il fatto che chi lo deve eseguire lo faccia, si monitori il feedback rispetto al percorso formativo e chi poi non ha fatto il percorso come si deve se ne deve assumere le responsabilità perché ci sono investimenti importanti e questi investimenti meritano che dal punto di vista della competenza ci sia una traduzione di conoscenza nei confronti dei soggetti che fanno parte di questo percorso».
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Allora come garantire al paziente il diritto di essere curato da un operatore sanitario o un medico che abbia completato il percorso di aggiornamento? Il triennio formativo 2016-2019 è ormai in scadenza e resta poco tempo per recuperare.
«L’unica soluzione è che i medici si aggiornino – continua Luigi Gabriele -. È la cosa migliore da fare. Recuperare il tempo perso. L’innovazione tecnologica corre e non aspetta. Sicuramente non lo fanno in cattiva fede, non hanno probabilmente tempo. Ma sono ancora in tempo per rimediare. Peraltro la mancata formazione va ad alimentare il costo del contenzioso tra medico e paziente, soldi che potrebbero servire a pagare meglio i medici».
Sul tema dei controlli Gabriele chiede «trasparenza» perché «nel breve periodo paga sempre. Se ci sono delle conflittualità da parte di chi controlla è bene che si autodisciplini affinchè venga spazzato via qualsiasi forma di dubbio. Penso che se il cittadino abbia un dubbio qualsiasi, il dubbio crea del danno a tutti quanti. La trasparenza premia sempre anche perché stiamo andando sempre più verso un mondo decentralizzato totalmente basato su fiducia e trasparenza».
Per Gaudioso il modello ECM va riformato perchè al momento è pieno di grosse lacune: «Sarebbe importante fare un discorso comune su quali sono gli obiettivi formativi e fare sì che ci sia un controllo e un coinvolgimento molto più pressante degli Ordini professionali che da questo punto di vista devono essere i garanti non solo dei percorsi formativi ma anche del rapporto di fiducia tra cittadino e soggetto del mondo medico in questo caso. Quindi credo che vada fatta una riflessione abbastanza urgente perché il sistema ECM così come sinora è stato organizzato ed erogato ha mostrato ampi elementi di disfunzionalità».