«Una grande storia collegata all’Art. 32 della Costituzione. Rivendichiamo più occupazione e meno precarietà: la qualità delle cure dipende dal lavoro stabile e da investimenti in termini di crescita, sicurezza e formazione». Le parole del segretario Carlo Palermo ai festeggiamenti del 60° anniversario del sindacato
Sessant’anni di vita, tante conquiste, lo stesso spirito battagliero del 1959. È l’Anaao Assomed il sindacato più rappresentativo del settore sanitario italiano che continua a tenere le redini del SSN dal 1978, anno della sua nascita, ad oggi.
La giornata celebrativa dei suoi 60 anni, che si è svolta ieri al Radisson Blu es. Hotel di Roma, è stata l’occasione per fare un bilancio tra passato, presente e futuro.
«La storia dell’Anaao si intreccia con quella del SSN, con la difesa del servizio pubblico e dei valori professionali – ha raccontato il Presidente Nazionale Costantino Troise a Sanità Informazione -. Siamo sempre stati convinti che il destino dei medici sia strettamente collegato a quello dei cittadini. Il diritto alla cura non è separabile dal diritto a curare. L’Anaao è stata protagonista della storia sanitaria del paese e con l’idea rivolta all’Art. 32 della Costituzione, ha alimentato manifestazioni di massa, scioperi, sit-in e assemblee. La storia della sanità di questo paese non può prescindere dalla storia dell’Anaao – ha specificato, orgoglioso, il presidente Troise. Oggi, il bilancio è nettamente positivo: con 22mila iscritti siamo il sindacato più forte tra i medici dipendenti e nell’area contrattuale della dirigenza sanitaria. Diamo spazio alle donne e ai giovani, a cui affidiamo l’ultimo testimone. Vogliamo che le migliaia di iscritti donne che sono quasi la maggioranza, diventino il gruppo dirigente di domani. L’Anaao del futuro sarà delle donne e dei giovani di oggi».
Un futuro per cui Troise chiede provvedimenti rapidi e incisivi: «Dobbiamo migliorare le condizioni di lavoro dei medici che sono, di fatto, insopportabili, la sicurezza degli ospedali per noi e per i cittadini e il ruolo dei medici all’interno delle aziende sanitarie. Queste, devono essere rispettose dei valori professionali e non soltanto del bilancio contabile; riconoscendo le competenze e le conoscenze che i medici apportano e che fanno la differenza, spesso, tra la vita e la morte».
Al giro di boa dei 60 anni l’Anaao Assomed arriva in ottima salute, nonostante gli ultimi anni siano stati caratterizzati dal progressivo definanziamento della sanità pubblica, dal blocco contrattuale e del turnover e dalla gobba demografica. «Il bilancio è certamente positivo – ha commentato soddisfatto il Segretario Nazionale Carlo Palermo – il nostro sindacato nasce nel 1959 come sindacato dei secondari e ha accompagnato la nascita, nel 1978, del nostro servizio sanitario nazionale e promulgato i suoi principi fondamentali: universalità, equità, solidarietà. È stata una grande storia che si collega direttamente al diritto alla salute in Italia e all’Art 32 della Costituzione. Gli ultimi anni sono stati molto difficili: riduzione del personale e dei posti letto e riduzione, in sostanza, della possibilità di accesso alle cure. Quei 37 miliardi si traducono, nella realtà di tutti i giorni, in sofferenza per i cittadini. Bisogna arrivare a una svolta: con la conferma dell’incremento del fondo sanitario nazionale nella Legge di bilancio si sta cercando di invertire la rotta. Abbiamo bisogno di più occupazione e meno precarietà. Come nel 1959, oggi il lavoro è precario, frammentato, decapitalizzato in un mondo, quello della sanità, che necessita di essere stabilizzato. La qualità delle cure – ha concluso il Segretario Palermo – dipende dall’avere un posto di lavoro stabile e sicuro, da avere medici su dirigenti sanitari su cui si possa fare un investimento in termini di crescita, sicurezza delle cure e formazione. Il buon lavoro dà risposte ai cittadini».