Non va meglio in Italia dove la carenza è stimata in oltre 50mila unità. Il 12 maggio 2020 sarà celebrata la giornata internazionale dell’infermiere e il 200º anniversario della nascita di Florence Nightingale
Dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2020 l’Oms, il Consiglio internazionale degli infermieri ICN, Nursing Now, Confederazione internazionale delle ostetriche e Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione hanno deciso di celebrare il lavoro di infermieri e ostetriche, ma anche le difficili condizioni che questi professionisti devono spesso affrontare. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, infermieri e ostetriche rappresentano quasi il 50% della forza lavoro sanitaria globale, ma nel mondo la carenza di infermieri e ostetriche è pari a oltre il 50% dell’attuale carenza di operatori sanitari.
L’Oms, affinché tutti i Paesi raggiungano l’”obiettivo 3 di sviluppo sostenibile” in materia di salute e benessere, stima che il mondo avrà bisogno di altri 9 milioni di infermieri e ostetriche entro il 2030. In Italia la carenza calcolata della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) è di circa 50mila infermieri che con gli effetti di “Quota 100” potrebbero superare i 70mila (oltre 30mila mancano sul territorio). Per questo a livello internazionale si sottolinea la necessità di prevedere un aumento degli investimenti nella forza lavoro infermieristica e l’Oms e i suoi partner solleciteranno i Governi con messaggi chiave che riguardano la professione nell’ottica di un miglioramento complessivo dell’assistenza a livello di tutti i Paesi.
Secondo l’Oms una forza lavoro infermieristica forte è la chiave per il raggiungimento della copertura sanitaria universale e l’Organizzazione mondiale della sanità sostiene che adeguare nel mondo gli infermieri agli standard internazionali ha un senso economico, aiuta a risparmiare risorse riducendo la necessità di interventi costosi e inutili e aumenta la qualità delle cure e della ‘salute per tutti’.
Nel 2020 Oms e partner hanno l’obiettivo di garantire che tutti gli infermieri operino in un ambiente in cui siano al sicuro da danni, rispettati da colleghi medici e membri della comunità, abbiano accesso a un servizio sanitario funzionante e in cui il loro lavoro sia integrato con le altre cure sanitarie di altri professionisti. Il rafforzamento dell’assistenza infermieristica avrà i vantaggi aggiuntivi di promuovere l’equità di genere (obiettivo di salute SDG5), contribuire allo sviluppo economico (SDG8) e sostenere altri obiettivi previsti tra quelli dello sviluppo sostenibile. «Gli infermieri – sottolinea l’Oms – possono essere la risposta a molti problemi di salute del mondo, ma prima dobbiamo superare le barriere professionali, socioculturali ed economiche che ancora in molti casi li ostacolano».
«Io uso il termine nursing come stimolo di miglioramento», scriveva Florence Nightingale. «L’abbiamo presa in parola – dichiara Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) – facendo crescere la professione, migliorandone la struttura professionale e la qualità e ridefinendone le responsabilità a vantaggio dei pazienti e del sistema welfare che si rende garante di assistenza e orientamento alla salute per l’intera collettività nazionale».
«Il nostro fine è assistere i pazienti, individuarne le necessità ed essergli vicini in quei momenti, – spiega ancora– incidere nel processo organizzativo e decisionale del sistema e dare risposte mirate alle contingenze economiche e ai bisogni che emergono dall’attuale scenario demografico ed epidemiologico. Noi infermieri, soprattutto, progettiamo, sperimentiamo, costruiamo e ricostruiamo processi assistenziali, percorsi organizzativi e flussi formativi. ci impegniamo inoltre in nuove logiche curative, educative e nella strutturazione di reti relazionali che nel loro insieme danno una risposta ai nuovi bisogni di cura e assistenza scaturiti anche dalla fragilità, dalla dipendenza, dalla cronicità, dal disagio e dalla solitudine nella malattia e nei momenti terminali della vita».
«Noi infermieri ci siamo e ci vogliamo essere. Con maggiore consapevolezza – sottolinea Mangiacavalli -. Assumendoci maggiori responsabilità. Vogliamo e auspichiamo che questo ci sia riconosciuto sia dal punto di vista organizzativo che dal punto di vista economico. Vogliamo anche definire un nuovo patto per l’assistenza in cui vi sia non solo l’impegno alla vicinanza, alla qualità dell’assistenza e della relazione, ma anche principalmente l’impegno a superare ostacoli, arretratezze e criticità, nostre e del sistema. La Sanità non funziona senza infermieri. L’anno internazionale dell’infermiere può essere il giusto momento di partenza. La figura dell’infermiere non è solo necessaria – conclude la presidente Fnopi – è anche ‘desiderata’ fortemente dai cittadini. Ora tocca a noi, a tutti e difendere e far affermare la vera Assistenza (con la ‘A’ maiuscola) dalle persone».
Il 12 maggio 2020 sarà la giornata internazionale dell’infermiere e il 200º anniversario della nascita di Florence Nightingale. In Italia, oltre a numerosi eventi celebrativi, la Fnopi la celebrerà a Firenze, città di nascita di Florence Nightingale, capostipite dell’infermieristica moderna e considerata nel mondo un’antesignana dell’assistenza, della prevenzione e anche della statistica applicata alla salute: nella guerra di Crimea, grazie al suo intervento e alle sue teorie, si ridusse la mortalità dei soldati inglesi dal 42 al 2% con una maggiore igiene e una migliore assistenza.