di Filippo Anelli, presidente FNOMCeO
«Il vento è veramente cambiato: prima la Legge di Bilancio, con il rimpinguamento del Fondo Sanitario nazionale, gli investimenti sull’edilizia, le apparecchiature, la telemedicina, gli interventi contro il precariato nel Servizio sanitario nazionale e a favore dei ricercatori, l’aumento del tetto di spesa per le assunzioni, lo scorrimento delle graduatorie concorsuali, l’indizione di nuovi concorsi, l’aumento delle borse di specializzazione, il rinnovo dei contratti di lavoro, il rafforzamento dell’assistenza territoriale. Ora, il Decreto – Legge ‘Milleproroghe’, con l’incremento annuale, da qui al 2026, dei fondi contrattuali per il trattamento economico accessorio della dirigenza medica, sanitaria, veterinaria e delle professioni sanitarie, che permette, dopo anni, non solo di tornare a retribuire gli straordinari, le guardie mediche, le reperibilità notturne e festive dei nostri professionisti, ma anche di recuperare la Retribuzione individuale di anzianità (la Ria) dei medici e dei dirigenti sanitari dipendenti cessati dal servizio, congelata al 2016. Ringraziamo il Ministro Speranza per aver mantenuto tutte le promesse, realizzando in soli quattro mesi quel nobile e giusto disegno di rinsaldare il Servizio Sanitario nazionale, seguendo la luce guida dell’articolo 32 della Costituzione, che aveva espresso all’inizio del suo mandato».
Ad affermarlo, il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO), Filippo Anelli, che commenta gli ultimi provvedimenti in materia di sanità approvati dal Governo Conte bis.
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«Solo un anno fa, inaugurando il percorso degli Stati Generali della Professione Medica e Odontoiatrica, che vedrà nel 2020 le sue conclusioni, avevamo consegnato al Governo un assegno, e una cambiale – ricorda Anelli -. Un assegno da mezzo miliardo di euro l’anno: il corrispettivo in valore dei 15 milioni di ore di lavoro non pagate ai medici dipendenti degli ospedali, oltre lo straordinario previsto. E una cambiale da un miliardo, pari al mancato investimento, calcolato sul solo 2018, per lo sblocco del turnover. Ora possiamo dire che stiamo per cominciare a incassare la cambiale, e ci è stata restituita parte dell’assegno».
«Questi provvedimenti – conclude il presidente FNOMCeO – rappresentano un segnale importante per i professionisti che da anni aspettavano risposte adeguate al loro disagio. L’auspicio è quello di proseguire su questa strada, arrestando la fuga dei professionisti verso il privato e verso l’estero, e tornando a investire su quel ‘capitale umano’ che è il vero pilastro del Servizio sanitario nazionale, e che ne ha garantito la sostenibilità anche in tempi difficili».