ANCI e Health City Institute promuovono la formazione di un nuovo professionista che avrà il compito di coordinare e attivare attività comunali in ambito di salute. Tra i promotori il vicepresidente ANCI Pella. Plauso anche del ministro Speranza
Creare una città a misura d’uomo dove siano promosse le politiche di benessere e salute. È questo il fine ultimo di una nuova figura professionale, chiamato Health City Manager, che presto arriverà anche nel nostro paese grazie a una iniziativa promossa da ANCI e Health City Institute. Nelle prossime settimane sarà lanciato un bando, aperto anche a medici e operatori sanitari under 35, per la formazione di questo nuovo professionista della salute. L’iniziativa, che ha avuto il plauso del ministro della Salute Roberto Speranza, nasce su iniziativa del deputato di Forza Italia Roberto Pella, vicepresidente vicario dell’ANCI e sindaco di Valdengo (Biella).
«Questa figura avrà il compito di coordinare i vari assessorati che all’interno di una amministrazione comunale si occupano di temi diversi ma hanno un denominatore comune: la salute dei propri cittadini – spiega Pella a Sanità Informazione -. Dall’assessorato all’Istruzione a quello all’Ambiente, dai Trasporti a quello delle Politiche sociali, dalle Politiche giovanili a quello del lavoro. Insomma una sorta di figura che possa dare una svolta, una forte accelerazione all’interno del Comune su quelli che sono i temi della salute come ad esempio le malattie croniche».
L’iniziativa per ora rientra nell’ambito delle iniziative per le Politiche giovanili promosse dal Ministro Vincenzo Spadafora ma si sta ragionando su come ampliarne la portata. Tutto, in realtà, è nato a Bruxelles, al Comitato delle Regioni, dove tra i membri figura lo stesso Pella: «Abbiamo avuto con il Commissario europeo alla Salute un confronto sulla salute come bene comune, dopo di che il parere sul progetto è stato approvato all’unanimità dal Comitato» racconta il sindaco di Valdengo che è tra i promotori in Parlamento, insieme alla dem Daniela Sbrollini, dell’intergruppo parlamentare “Qualità della vita nelle città”.
«L’Health City Manager è rivolto prevalentemente alle città metropolitane e alle città medie per collegarle alla provincia. È rivolto, oltre che agli amministratori comunali, anche a medici e operatori sanitari, ma anche ad architetti che vogliono acquisire capacità ulteriori. I partecipanti potranno poi partecipare a forum sul tema o vincere borse lavoro nei comuni. E avranno l’opportunità di formarsi anche nelle Asl», spiega Chiara Spinato, Direttore Generale Health City Institute.
I corsi, della durata di 80 ore, sono finanziati con le risorse assegnate ai Comuni del Fondo governativo per le per politiche giovanili e vedrà tra i docenti professori dalle università italiane e la presenza di personalità politiche, giuridiche, istituzionali per far sì che i partecipanti al termine possano entrare preparati al meglio nelle amministrazioni comunali. I corsi saranno tre, divisi per macro aree: nord, centro, sud. Ogni corso si concluderà con una prova, un attestato, e per i primi otto di ogni corso ci sarà la possibilità di una borsa di studio o di lavoro presso un Comune.
«Noi come ANCI ci crediamo molto – spiega Pella -, lo abbiamo detto anche nelle nostre assemblee, è un punto centrale. Siamo contenti di avere l’Health City Institute come braccio operativo: la figura del professor Andrea Lenzi ne è la testimonianza nel suo ruolo di responsabile del Comitato per la Biosicurezza di Palazzo Chigi. Il Ministero delle Politiche giovanili, con l’Health City Institute e l’ANCI rappresentano un tridente importante che può dare un forte impulso. Oggi già molti sindaci hanno dichiarato la loro piena disponibilità. Tanti giovani stanno aspettando questo momento perché potrebbe diventare una grande opportunità di lavoro, ma anche perchè rappresenta un forte impulso al miglioramento della qualità di vita e della salute nelle nostre città».
Del resto, l’esigenza di arrivare a un modello di welfare urbano è ormai improcrastinabile, considerando lo svuotamento delle aree rurali e il sovraffollamento delle zone urbane: «Assistiamo a un dato di fatto che ci deve molto allarmare – conclude Pella -: oltre il 50% della popolazione mondiale ormai vive nelle città e non più nelle aree rurali e nel 2050 la prospettiva è che il 70% vivrà nelle grandi città. In Italia nelle 14 aree metropolitane oggi siamo al 34% con una prospettiva di superare il 55% nel 2050. Quindi non c’è più tempo da perdere, bisogna investire su questo tema. Sarà fondamentale avere una figura che raccordi tutti i vari assessorati, che si rapporti immediatamente con le indicazioni del sindaco ma anche con le aziende sanitarie, con gli assessorati regionali o provinciali, con le rappresentanze di medici e pazienti. Una figura che in qualche modo sia un collante tra tutte queste istituzioni».
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