Salute 27 Gennaio 2020 15:06

Polveri sottili, Italia maglia nera in Europa per mortalità. In un anno causate oltre 45mila vittime

Brusaferro (ISS): «Costruire un futuro sostenibile deve essere per tutti un impegno imprescindibile perché la nostra salute e soprattutto quella delle generazioni future passa attraverso la salute del pianeta»
Polveri sottili, Italia maglia nera in Europa per mortalità. In un anno causate oltre 45mila vittime

L’Italia è al primo posto in Europa, e undicesima nel mondo, per mortalità da polveri sottili. Solo nel 2016 sono state ben 45.600 (281mila in tutta Europa). A ricordarlo, la tavola rotonda che l’Istituto Superiore di Sanità ha dedicato alla riflessione sul rapporto The Lancet Countdow on Health and Climate Change pubblicata su The Lancet. Frutto della collaborazione tra 120 esperti di 35 istituzioni di tutto il mondo – tra cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la Banca Mondiale, il University College di Londra e l’Università di Tsinghua, lo studio ha analizzato 41 indicatori chiave, suggerendo quali azioni intraprendere per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi.

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«Questo incontro è stato voluto per sottolineare l’impegno dell’Istituto sul tema dell’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute – dichiara Silvio Brusaferro, presidente dell’ISS –. Un tema che per l’Istituto ha un valore assolutamente strategico. Costruire un futuro sostenibile deve essere per tutti un impegno imprescindibile perché la nostra salute e soprattutto quella delle generazioni future passa attraverso la salute del pianeta. Stiamo lavorando perché anche l’Istituto possa testimoniare al più presto un modello di sostenibilità nell’organizzazione e attraverso le buone pratiche. Tutte le Istituzioni, ma anche i cittadini, sono chiamati a un’inversione di marcia nelle politiche e nei comportamenti individuali. Insieme, riscrivere il profilo italiano di Lancet Countdown è possibile. Noi siamo pronti a fare la nostra parte».

«La salute umana e la salute del pianeta sono strettamente connesse – sottolinea anche Paolo Vineis, docente di epidemiologia ambientale dell’Imperial College of London –. Vanno perciò incentivati gli interventi in settori come i trasporti, la produzione di energia pulita o l’alimentazione, che migliorano la salute dei cittadini e che contribuiscono di pari passo in modo sostanziale alla mitigazione del cambiamento climatico».

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