L’azienda leader mondiale nel settore del tabacco presenta la nuova frontiera del fumo: iQOS, la sigaretta senza combustione. La ricerca scientifica presentata dal Professor Manuel Peitsch: «Prodotti innovativi sostenuti da evidenze scientifiche»
Ricerca, innovazione e riduzione del danno: questi i temi trattati nel corso del simposio organizzato da Philip Morris Italia, una affiliata di Philip Morris International Inc, (“PMI”) dal titolo: “Harm Reduction: The Scientific Commitment of Philip Morris International Towards Reduced Risk Products” al quale hanno partecipato rappresentanti del mondo medico-scientifico. Scopo del convegno discutere delle alternative alle sigarette per coloro che non riescono a smettere di fumare , alternative che ovviamente abbiano meno impatto sulla salute.
Nel dettaglio PMI sta conducendo un programma di ricerca per verificare il profilo di rischio delle sue alternative alle sigarette senza combustione. Tale ricerca è ispirate alle procedure impiegate nel settore farmaceutico per lo sviluppo di nuovi farmaci, ed è conforme alle linee guida fornite dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense per la validazione di Prodotti del Tabacco a Rischio Modificato (MRTPs). Include studi di laboratorio e clinici sui fumatori adulti, e ricerche per capire i potenziali benefici del prodotto per la salute pubblica, incluse quelle sulla percezione da parte dei fumatori del rischio del prodotto e sulle modalità con cui lo utilizzano nella vita quotidiana. La ricerca scientifica di Philip Morris International (PMI) su uno dei suoi prodotti a tabacco riscaldato iQOS1 è molto promettente e punta nella direzione della riduzione del rischio.
«Una grande alternativa alle sigarette» racconta ai microfoni di Sanità Informazione Manuel Peitsch, Chief Scientific Officer di Philip Morris International. «Il nostro prodotto a rischio ridotto è progettato proprio per rappresentare un’alternativa alle sigarette tradizionali perché a differenza di queste, non prevede processi di combustione. In molti pensano che a provocare danni sia la nicotina ma in realtà è la combustione del tabacco che soprattutto nuoce alla salute».
I risultati principali dell’indagine condotta da PMI, ad oggi mostra che il vapore generato da iQOS riduce in media del 90-95% le sostanze dannose o potenzialmente dannose rispetto al fumo della sigaretta di riferimento utilizzata per scopi di ricerca scientifica. Inoltre dalle misurazioni dei modelli di laboratorio, il vapore generato da iQOS è significativamente meno tossico del fumo di sigaretta. Altro dato emerso è che i fumatori adulti che passano completamente a iQOS in due studi clinici della durata di 3 mesi, hanno ridotto la loro esposizione a 15 costituenti dannosi. Inoltre i livelli di esposizione ridotta si avvicinano a quelli osservati nelle persone che hanno smesso di fumare per lo stesso periodo di studio. Infine l’utilizzo di iQOS non influenza in maniera negativa la qualità dell’aria in ambienti chiusi e iQOS non è una fonte di fumo passivo.
Ma come è nata questa idea e dove ha preso forma? «Abbiamo lavorato in Svizzera a Neuchatel, – spiega il Chief Scientific Officer di Philip Morris – e abbiamo coordinato le attività insieme ad un gruppo di lavoro a Singapore dotato di esperti in elettronica e tossicologia. Inoltre lo sviluppo del progetto ha visto anche collaborazioni da varie parti del mondo sia con il coinvolgimento di piccole ma anche di grandi aziende che hanno dato diversi apporti e contributi alle ricerche».