Referendum, Movimento 5 Stelle: «La sanità deve essere riformata in una diversa ottica. Importante rivedere le spese e soprattutto incentivare la prevenzione». Cgil Medici: «La Riforma genera ulteriore caos, non c’è chiarezza di ruoli e neanche di quale sia l’interesse generale»
Italiani alle urne tra pochi giorni. Il countdown è quasi arrivato al termine e a breve sapremo se la Renzi-Boschi verrà approvata o a vincere sarà il fronte dei contrari. Chi sostiene il cambiamento spera che i tormentati rapporti tra Stato e Regioni trovino pace. Al contrario chi non concorda con la volontà di centralizzare il potere statale togliendo competenze alle Regioni, vede nella Riforma una fonte di ulteriore confusione.
Ad ingrossare le file del fronte dei contrari è Luigi Gaetti, Senatore Movimento 5 Stelle, che fedele al suo partito, spiega le ragioni del suo No: «La cosa più grave – spiega – è che se vincesse il Sì, ai cittadini verrebbe tolta la possibilità di votare. Quindi se è vero che la sovranità appartiene al popolo, con questo sistema approvato costituzionalmente, i cittadini non avranno più potere. La possibilità di usufruire di qualche potere decisionale, è già stato tolto alle Province, adesso si vuole tagliare fuori anche le Regioni e la fine è che si perderebbe definitivamente il rapporto di fiducia tra cittadino e politico di riferimento».
«Questa Riforma – prosegue Gaetti – vuole intervenire sull’articolo 117 ma di fatto non incide molto sul sistema sanitario. Se venisse accentrato il potere nelle mani dello Stato, in ogni caso a fare le leggi e a dare input nazionali sarebbero le Regioni. Quindi anche se vincesse il Sì non cambierebbe molto». Ma la sanità, prosegue il Senatore «dovrebbe essere riformata dando le giuste risorse, poi verificare come queste risorse vengano spese sul territorio e quindi entrare in dinamiche più complesse come le spese farmaceutiche per cui si spende tanto. Insomma, sarebbe il caso di rivedere il sistema alla base». Inoltre, prosegue Gaetti, «si deve intervenire anche sulle spese ospedaliere. Abbiamo dei manager, dirigenti e direttori che non sono in grado di fare il loro dovere. E soprattutto si deve investire in prevenzione. Sappiamo che ogni euro investito in prevenzione produce un ritorno, anche se è difficile valutare la salute in termini economici». Infine, conclude «la sanità va rigenerata dall’interno, quindi verificare le prestazioni che vengono date, verificare che gli ospedali funzionano, dando il giusto riconoscimento a tutti gli operatori professionali. Ma ritengo che la cosa principale sia la prevenzione, quindi dare importanza agli screening come lo screening neonatale che, nonostante siano stati messi in bilancio 25 milioni di euro, ancora non viene eseguito. Con dei piccoli interventi si avrebbe un grande miglioramento qualitativo e su questo dobbiamo investire».
A sostenere le ragioni del No anche il Segretario Nazionale di Cgil Medici, Massimo Cozza che ai nostri microfoni esprime la sua disapprovazione per la Riforma: «C’è tanta confusione – interviene – confusione soprattutto per quel che riguarda il comparto sanità. Non c’è alcuna chiarezza su quali siano i ruoli e cosa s’intende per interesse generale. Quale sarà il ruolo delle Regioni e cosa potranno fare? È abbastanza ovvio che queste trasformazioni sostenute da chi vuole il Sì potrebbero generare ulteriore caos».
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