Tutti i chiarimenti: certificazione ECM requisito anche per impiego nel privato e in enti pubblici. Il triennio formativo sta per terminare e sono tanti i medici ancora in ritardo. Stella (OMCeO Varese): «Formazione a macchia di leopardo, solo il 40-43% dei medici ha completato appieno il proprio percorso». Orlandi (Chimici): «Aggiornarsi per la salute della collettività»
Novità per il nuovo triennio formativo 2017-2019, esenzioni e bonus per i virtuosi, ma cosa succede a chi non ha rispettato la formazione obbligatoria per legge? I professionisti che non hanno portato a termine l’aggiornamento rischiano complicazioni e non da poco. Blocco degli scatti contrattuali, difficoltà di ammissione alle selezioni per Direzione di Struttura Complessa, problemi per iscriversi all’Albo dei Medici Competenti, impedimenti per lavorare nel privato accreditato e anche in enti pubblici. A ribadirlo il CoGeAPS (Consorzio Gestione Anagrafica delle Professioni Sanitarie) durante l’incontro ‘Le professioni sanitarie ed il sistema ECM tra presente e futuro’ organizzato a Roma. In occasione dell’evento Roberto Stella, membro della Commissione Nazionale Formazione Continua e Presidente OMCeO Varese ha illustrato le novità in previsione del nuovo triennio ECM ai nostri microfoni.
Presidente, per il nuovo triennio ECM riduzioni e bonus. Può spiegarci come sarà il futuro per i professionisti?
«Sono due le grandi novità. La prima è una riduzione da 15 a 30 crediti per chi nel triennio precedente ha acquisito crediti di un certo rilievo. Ma c’è un problema, è evidente che esiste un debito formativo molto alto tra i professionisti dunque non tutti potranno accedere a questi vantaggi. In ogni caso i virtuosi potranno avere una riduzione di 15 crediti per il triennio 2017-2019 se hanno acquisito 80 crediti, dunque ne dovranno acquisire altri 135. Chi invece ne ha acquisiti oltre 120 potrà avere una riduzione di 30 punti. Quindi dei 150 crediti previsti del triennio i medici “virtuosi” che ne hanno acquisiti da 80 a 120 o da 120 a 150 usufruiranno di queste riduzioni. L’altra novità è quella che abbiamo definito come ‘flessibilità del sistema formativo’, il professionista potrà costruirsi il proprio percorso formativo scegliendo le tipologie di corsi e con una maggiore elasticità».
Per quanto riguarda le stime, sebbene sia troppo presto, per questo triennio abbiamo qualche dato per analizzare la formazione degli operatori sanitari?
«Il dato più significativo riguarda i corsi di Formazione a Distanza (Fad), aumentati sensibilmente . È da considerare che i corsi Fad sono un percorso che si è implementato nell’arco di 2-3 anni ed è uno strumento a cui si rivolgono con sempre più attenzione e interesse i professionisti sanitari. Prevediamo già per il 2016 un aumento del 23%. Questo è collegato ad un aspetto di appeal della Fad perché garantisce una maggiore fruibilità, evita spostamenti, permette diminuzione dei costi di accesso alla formazione, ma soprattutto si può fare da casa propria quindi si può scegliere quando farlo proprio perché il fattore tempo è una delle principali criticità segnalate nelle schede di soddisfazione».
Ci sono medici più virtuosi rispetto ad altri?
«Diciamo di sì, c’è una situazione a macchia di leopardo, ma noi abbiamo constatato e sono dati pubblicati, che solo il 40-43% dei medici ha completato appieno il proprio percorso. Sapere che ci sono molti professionisti, medici di medicina generale in prima linea che hanno acquisito un numero di crediti addirittura superiore a quelli previsti, è soddisfacente, ma ci sono anche altre fasce e questo ci fa capire che bisogna lavorare di più per rendere la formazione più fruibile, cercando di ampliare l’offerta soprattutto di quei percorsi che non sono faticosi da seguire. Quindi motivazione e possibilità di agevolazioni in termini di flessibilità del progetto sia di possibilità di accesso ad una formazione più facile».
Ha partecipato al convegno ECM anche Nausicaa Orlandi , Presidente del Consiglio Nazionale dei Chimici che dalla parte dei fruitori dei corsi di formazione ha fornito il suo punto di vista.
In qualità di presidente del Consiglio Nazionale dei Chimici che cosa pensa dei professionisti che non si aggiornano o che non concludono la formazione?
«Personalmente ritengo che un professionista abbia per scienza e coscienza la necessità di aggiornarsi professionalmente. Ciascuno di noi dopo il proprio percorso universitario deve aggiornarsi per quanto riguarda la normativa e per quanto riguarda il cambiamento tecnologico e le metodiche della professione. Dunque ritengo che ogni professionista voglia garantire il miglior servizio possibile, a prescindere dagli ECM, ancora prima degli ECM, parliamo di persone interessate a garantire la salute della collettività».
Ritiene che nella formazione ci siano delle lacune e che non ci sia un efficace colloquio tra le necessità del professionista e chi organizza l’educazione continua?
«Io penso, almeno per quanto riguarda la nostra categoria professionale, che non si riesca a tenere conto di tutte quelle che sono le esigenze dei nostri professionisti dal punto di vista della formazione. Dunque penso che i corsi proposti sul mercato, non coprano effettivamente tutte le necessità formative dei professionisti proprio per la tipologia di attività che svolgiamo».