Il Presidente FNOMCeO Anelli: «L’obiettivo è quello di far riflettere tutti sullo stato in cui versa la professione»
La Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCEO) promuove un docufilm per sensibilizzare sul tema della violenza contro i medici e gli operatori sanitari vittime di aggressioni. “Notturno“, diretto da Carolina Boco, prodotto da Corrado Azzollini per Draka Production, in collaborazione con FNOMCeO, racconta la passione, la paura e la determinazione di uomini e donne, medici in prima linea per scelta ma vittime di una condizione di insicurezza e solitudine. Il racconto, girato di notte durante una guardia medica, mette insieme le testimonianze di medici che sono stati vittime di aggressione con il commento di alcuni giornalisti, uniti a parti di film di finzione.
Il Presidente della FNOMCeO Filippo Anelli ha spiegato che si tratta di «un film-denuncia sulla violenza contro i medici, ma soprattutto sulla solitudine, su una organizzazione che lascia i professionisti da soli. Il docufilm, fortemente voluto e promosso dalla FNOMCeO, ha l’obiettivo di far riflettere tutti sullo stato in cui versa la professione soprattutto in alcuni ambiti come la continuità assistenziale e i pronto soccorso, e vuole stimolare i decisori a invertire la rotta e avviare una riforma soprattutto delle aree più critiche della professione».
Partecipazioni d’eccezione al docufilm sono quella dell’attrice Maria Grazia Cucinotta, dei giornalisti Massimo Giletti e Gerardo D’Amico, che, con le loro inchieste, hanno tante volte raccontato le aggressioni e analizzato le cause di questa preoccupante escalation che fa luce su una profonda frattura tra la professione medica e la società civile. Al centro del progetto, le voci di medici che hanno subito direttamente violenza durante un turno di lavoro: Giovanni Bergantin, medico di Medicina Generale, preso a calci e pugni da un paziente; Ombretta Silecchia, minacciata con una pistola durante l’attività di guardia medica; Vito Calabrese, marito della dottoressa Paola Labriola, psichiatra, uccisa da un suo paziente.
«Il cinema è una forma d’arte ma anche un potente mezzo di comunicazione – ha aggiunto il produttore della Draka Corrado Azzollini – e per questo abbiamo creduto fosse giusto sposare un tema divenuto così urgente nella cronaca di tutto il Paese, un problema di enorme rilevanza sociale, culturale e politica. Non siamo abituati ad ascoltare i medici che parlano delle loro paure, delle loro difficoltà… forse inconsciamente crediamo che siano invincibili eppure sono persone, che meritano di lavorare in sicurezza».
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