«Due le aree da migliorare: dare un’accelerata al processo di approvazione del farmaco da parte di Aifa e far sì che compaia subito in tutti i prontuari regionali» precisa Annalisa Scopinaro, Presidente Uniamo Onlus
È ancora troppo lungo e difficoltoso l’accesso ai farmaci per i malati rari. L’ultimo Rapporto dell’Osservatorio Farmaci Orfani (OSSFOR) del 2019, infatti, parla di 239 giorni per l’immissione in commercio di un farmaco orfano, quando il decreto Balduzzi (Legge n. 189/2012) stabilisce in 100 giorni il tempo massimo per completare la procedura di rimborsabilità.
«Sono necessarie doverose verifiche che richiedono tempo e impegno da parte delle autorità e delle aziende – ha spiegato Laura Crippa, General Manager RAReg, a Sanità Informazione a margine dell’Orphan Drug Day, l’annuale convegno organizzato dall’Osservatorio Malattie Rare. Spesso, però – ha precisato – il tempo è troppo lungo e l’attesa dei pazienti diventa spasmodica, perché non hanno alternative terapeutiche. Bisogna trovare un punto di incontro tra le autorità e le aziende per velocizzare questo processo».
Per questo, nel corso del convegno al ministero della salute, sono state analizzate le possibili aree di miglioramento di un sistema già efficiente. «I passi da fare sono molti – ha sottolineato la dottoressa Crippa – incontri precoci, tavoli congiunti, una maggiore trasparenza delle informazioni potrebbero migliorare sensibilmente i tempi necessari per l’arrivo sul mercato di questi farmaci».
Anche Annalisa Scopinaro, Presidente di Uniamo Onlus Federazione Italiana Malattie Rare, ha individuato, ai nostri microfoni, due settori su cui lavorare. Il primo, a livello nazionale: «Aifa dovrebbe cercare di rispettare i 100 giorni e dare un’accelerata al processo di approvazione del farmaco. Il secondo – ha considerato il presidente Scopinaro – riguarda le regioni, perché una volta approvato il farmaco a livello di Aifa sarebbe opportuno che questo comparisse subito in tutti i prontuari regionali e non ci fossero disparità territoriali».
Una volta concluso l’iter da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco, c’è da attendere, infatti, che le regioni rendano effettivamente disponibile il farmaco sul proprio territorio. causando disuguaglianze di salute. «Esistono ancora disparità regionali – ha precisato Annalisa Scopinaro – dovute anche al fatto che alcune regioni sono in piano di rientro e, a volte, non possono erogare farmaci al di fuori di quelli consentiti».
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Dalla presa in carico all’accesso ai farmaci, i malati rari chiedono più attenzione e chiarezza: «I pazienti vogliono sapere chi deve dargli il farmaco, se è compreso o no nella fascia di esenzione e conoscere tutte le informazioni sulla procedura da attuare per poterlo avere» ha concluso il presidente Scopinaro.
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