«Con questo atto – spiega Marco Tonelli, Presidente ANDID, Associazione nazionale dei Dietisti -, intendiamo promuovere un’alleanza sulla prevenzione e gestione del rischio nutrizionale nella convinzione che il diritto alla salute e la sicurezza delle cure passi anche attraverso la capacità di fare ciascuno la propria parte. Ci allineiamo ad altre associazioni di Dietisti europee»
Malati e Malnutriti. È la realtà a cui possono essere esposte le persone ospedalizzate. Una condizione che pesa sia su coloro che a causa di una scorretta alimentazione si trovano debilitati e incapaci di far fronte a importanti cure, sia sul SSN costretto a sostenere costi elevati associati a un più alto rischio di complicanze e riammissioni ospedaliere dovute appunto alla malnutrizione.
Un passo avanti però è stato fatto: ANDID, l’Associazione nazionale dei dietisti, ha redatto un importante documento per contrastare questo fenomeno diffuso. «La motivazione che ha portato alla stesura di questo documento di posizionamento – spiega Marco Tonelli, Presidente ANDID – è quella di dare una risposta concreta a una realtà che riguarda 1 paziente ospedalizzato su 3».
LEGGI IL DOCUMENTO ANDID SULLA MALNUTRIZIONE
«Dal 1974, anno in cui fu pubblicato l’ormai storico Iatrogenic Malnutrition. The Skeleton in the Hospital Closet, nel quale Butterworth denunciava per la prima volta la frequenza e la gravità della malnutrizione in ospedale, numerosi altri studi hanno sottolineato l’entità del fenomeno, concordando sulla necessità di adoperarsi tutti affinché ogni persona abbia la possibilità di alimentarsi in modo soddisfacente e sicuro nelle strutture sanitarie e/o socio-assistenziali nelle quali è ospitata», spiega Tonelli -. Tuttavia, ancora oggi, la malnutrizione rappresenta un problema misconosciuto, spesso non rilevato, trascurato o sottovalutato, cosicché migliaia di cittadini vulnerabili (anziani, persone candidate a interventi di chirurgia maggiore o affette da patologie correlate ad alto rischio di malnutrizione quali quelle oncologiche, neurologiche, cardio e cerebrovascolari), nelle organizzazioni sanitari e socio-sanitarie, continuano a essere esposti al rischio di sviluppare malnutrizione a causa di un’alimentazione insufficiente o inappropriata».
Nel nostro Paese, a eccezione di alcune esperienze (ad esempio nella Regione Toscana), risulta generalmente ancora sottovalutata la relazione alimentazione/rischio clinico, seppure esperienze internazionali abbiano documentato come un’ampia parte degli incidenti segnalati con danno grave, moderato o lieve siano riconducibili ai trattamenti nutrizionali attuati o, più spesso, non attuati.
«ANDID – continua Tonelli – ha ritenuto perciò che, più che continuare a valutare l’entità del problema, fossero necessarie azioni concrete per contribuire a migliorare la salute e la qualità di vita degli assistiti, riducendo nel contempo costi evitabili, compresi quelli inutili correlati ad un uso improprio delle risorse. In questo documento, in maniera dettagliata, sono così presenti anche proposte e indicazioni di carattere pratico per coniugare principi scientifici con appetibilità, gusto, facilità di assunzione, riduzione volumetrica delle porzioni, presenza di macro e micronutrienti per prevenire e combattere la malnutrizione. Questo documento intende coinvolgere tutti gli attori che hanno ruolo e responsabilità nella programmazione sanitaria e nel processo assistenziale della nutrizione (dirigenti, dietisti, medici, infermieri, pazienti/familiari/caregiver e aziende di ristorazione), offrendo un contributo di tipo tecnico e professionale con l’obiettivo di fornire specifiche indicazioni sul pasto e sui programmi alimentari appropriati, efficaci e sostenibili».
«La Federazione nazionale dei Tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (FNO TSRM e PSTRP) ha manifestato apprezzamento per gli obiettivi, il rigore metodologico che lo caratterizza e la qualità dei contenuti», afferma Alessandro Beux, Presidente di FNO TSRM e PSTRP -. La malnutrizione è un problema spesso sottovalutato, spesso presente già all’inizio del ricovero, che si acuisce durante la degenza, particolarmente negli anziani e nei lungodegenti, e comporta ricoveri ripetuti, ritardo nelle guarigioni, allungamento delle degenze medie e ridotta risposta alle terapie. Ecco perché risulta utile un contributo concreto alla gestione di questa problematica. Mettere in pratica quanto contenuto nel documento richiederà un grande impegno nell’attuazione e nel monitoraggio delle realizzazioni effettive, ma i Dietisti, ancora una volta, sono pronti a fare la propria parte».