Sono 79 i contagiati in Italia, compresi i due decessi ed il ricercatore guarito: 55 in Lombardia, 17 in Veneto, 2 in Emilia Romagna, 2 nel Lazio e 1 in Piemonte. 18 sono in terapia intensiva. Vietato entrare o uscire dai comuni dei focolai, stop alle manifestazioni sportive previste in Veneto e Lombardia per oggi, 23 febbraio, e sospesi tutti i viaggi d’istruzione in Italia e all’estero. Arresto fino a tre mesi e 206 euro di multa per chi non rispetta il provvedimento
Il Consiglio dei Ministri ha adottato un decreto legge che contiene una serie di misure volte a contenere e gestire l’emergenza coronavirus scoppiata nel nord Italia. «L’obiettivo è tutelare la salute degli italiani – ha detto il premier Conte in conferenza stampa – tenendo sempre presente l’adeguatezza e la proporzionalità delle misure da adottare e mantenendo la linea della massima precauzione e sicurezza che ha contraddistinto tutte le disposizioni adottate dal governo italiano nelle ultime settimane».
A seguire le misure previste dal decreto legge, che si applicano nei Comuni o nelle aree in cui risulta positiva almeno una persona per la quale non si conosce la fonte di trasmissione o comunque nei quali vi è un caso non riconducibile ad una persona proveniente da un’area già interessata dal contagio:
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Il capo della protezione civile Borrelli ha quindi aggiornato i numeri dell’epidemia: sono 79 i contagiati in Italia, compresi i due decessi ed il ricercatore italiano che ieri è stato dimesso dallo Spallanzani. In particolare, sono 54 i casi accertati in Lombardia, 17 in Veneto, 2 in Emilia Romagna, 2 nel Lazio (la coppia di turisti cinesi ricoverati allo Spallanzani) e 1 in Piemonte. Sono 33 i contagiati che sono ricoverati con sintomi, 18 sono in terapia intensiva e 11 in isolamento domiciliare perché senza sintomi particolari.
Nessuna novità invece per quanto riguarda i pazienti zero, all’origine dei focolai in Lombardia e in Veneto: «Sono in corso le indagini epidemiologiche – ha detto il presidente dell’Istituto superiore di sanità Brusaferro – per ricostruire la catena di trasmissioni. Si stanno vagliando tutte le ipotesi e contiamo di avere delle risposte nei prossimi giorni».
«Sappiamo di imporre delle restrizioni, per un paio di settimane, ai cittadini delle aree coinvolte – ha aggiunto Conte -, ma le misure adottate intendono in primis tutelare queste comunità, oltre che evitare ulteriori contagi. Predisporremo delle misure perché i provvedimenti adottati abbiano piena attuazione. In tal senso abbiamo già dato indicazioni alle forze dell’ordine e, se necessario, ci saranno anche le forze armate. Chi non rispetterà le disposizioni del decreto legge incorrerà nelle sanzioni previste dall’art. 650 del codice penale (“Chiunque non osserva un provvedimento legalmente dato dall’Autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o d’ordine pubblico o d’igiene, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a duecentosei euro“), ma abbiamo fiducia nei cittadini e confidiamo nella loro collaborazione. Saremo al loro fianco e nei prossimi giorni – ha annunciato – adotteremo un altro decreto legge per rimediare, con sovvenzioni e indennizzi, al disagio economico che stiamo causando alle comunità locali».
La sospensione del trattato di Schengen, e quindi della libera circolazione delle persone tra i Paesi dell’Unione europea, è stata ritenuta una «misura sproporzionata e insostenibile per la situazione attuale – ha detto Conte -, ma ci riserviamo la massima flessibilità di rivedere eventualmente le nostre valutazioni man mano che il patrimonio informativo a nostra disposizione si arricchirà».
Il governo ha informato anche le opposizioni sulle misure deliberate dal Cdm: «Questa è un’emergenza nazionale che non riguarda solo il governo – ha aggiunto il premier –. Noi ci prendiamo la responsabilità delle scelte fatte, ma ho avvertito l’esigenza di confrontarmi e informare anche gli esponenti dell’opposizione».
«La Repubblica sta facendo tutto quello che è necessario per gestire l’epidemia – ha detto il ministro della Salute Speranza -. Un grazie particolari ai medici, agli infermieri e agli operatori sanitari coinvolti. Il nostro Servizio sanitario nazionale è molto forte, dobbiamo esserne orgogliosi. È assolutamente pronto ad affrontare l’emergenza, ma per aiutarci a vincere questa sfida servono la collaborazione ed il sostegno dei cittadini che, ne sono convinto, non mancheranno».
«Gli italiani – ha concluso Conte – non devono abbandonarsi al panico o all’inutile e controproducente allarmismo. Devono fidarsi delle autorità, sanitarie, politiche e amministrative. Assicuriamo massimo impegno, determinazione e coraggio nell’adozione delle misure necessarie, considerando che la situazione è in continua evoluzione».
Foto: Palazzo Chigi
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