Alla Camera il convegno promosso dall’associazione Giuseppe Dossetti – I valori: «Basiamoci su una medicina fondata sulle evidenze e non sugli allarmi. Il Case Fatality Rate è del 2,3%». «È necessario che i medici imparino a comunicare meglio», ha detto il presidente dell’OMCeO Roma Antonio Magi
«L’inverno andrà via e la primavera arriverà prima o poi» : le parole di positività pronunciate da S.E. la dottoressa Xuan Zheng, ministro consigliere delegato dell’Ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Italia, inquadrano il clima della giornata di studi dedicata al Coronavirus alla Sala dei Gruppi della Camera dei Deputati. O, se non altro, gli auspici: perché l’appuntamento convocato dall’Associazione Giuseppe Dossetti–I valori era in programma da molti giorni, prima del weekend di fuoco del Coronavirus che ha visto sfortunatamente salire il conto dei contagi e delle vittime su suolo italiano proprio fra sabato 22 e domenica 23; né si è nascosto il dispiacere per i tanti relatori provenienti da zone dove sono state disposte misure di contenimento e che proprio per questo non hanno potuto partecipare all’appuntamento, come d’altronde è capitato ai tanti esponenti che erano stati precettati nelle ultime ore in tavoli di crisi o in altri appuntamenti istituzionali.
Il cuore del convegno (“Coronavirus: Dubbi, Certezze e Fake News”) è stato comunque rappresentato dall’ampia relazione del dottor Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e presidente della Sita (Società italiana di terapia anti-infettiva): «Non c’è da sminuire il livello dell’allarme in corso ma c’è da prestare attenzione ai dati a nostra disposizione. Abbiamo ad oggi oltre 200 articoli che sono stati pubblicati in brevissimo tempo in letteratura, sul Lancet, su Jama, che ci consentono di mettere insieme dei dati interessanti e confortanti. Se ci riferiamo al focolaio principale, quello cinese, si è partiti con un tasso iniziale di mortalità del 14% nei primissimi momenti, in pochi giorni si è scesi all’11% e giù giù fino al 4%, segno che i colleghi cinesi hanno da subito capito come comportarsi e quali terapie e profilassi approntare; fuori dalla Cina il tasso di letalità non è mai salito sopra lo 0,5%-0,8%. Il Case Fatality Rate, ovvero l’indice complessivo relativo alla patologia, ammonta così al 2,3%», ha spiegato Bassetti.
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«Perciò, basandoci su una medicina fondata sulle evidenze e non sugli allarmi, possiamo trarre alcune conclusioni», ha continuato l’infettivologo genovese: «Primo, ad oggi non è corretto parlare di pandemia. Parliamo sicuramente di un fenomeno epidemico ma prima di usare parole forti è necessario aspettare. Secondo, per fenomeni di questo tipo è corretto dire che le scelte di contenimento e di quarantena sono opportune e necessarie. Terzo, che il miglior strumento per una adeguata profilassi è il badare ad una accurata igiene delle mani: penso ad esempio alle mascherine, che le persone portano anche per molte ore e che usate in questo modo sono del tutto inutili. Si tratta infatti di dispositivi che dopo 8/10 ore perdono la loro capacità filtrante». Ancora: «Ribadiamo che è opportuno vaccinarsi per le patologie per le quali è disponibile ad oggi il vaccino e usare i mezzi di informazione ufficiali e le fonti più attendibili per tenersi aggiornati» .
«Mi sento di rassicurare tutti – ha concluso Bassetti – sulla capacità della rete infettivologica italiana di affrontare la vicenda in corso. Come è noto non ci sono ancora scelte terapeutiche approvate per questa malattia, ma i colleghi stanno utilizzando farmaci anti HIV, antimalarici, antivirali compatibili con buoni risultati. Vi assicuro che in qualche modo ci arrangeremo, e con successo».
«Stiamo avendo delle psicosi collettive in Italia in questo momento – ha aggiunto ai nostri microfoni Corrado Stillo, presidente dell’Osservatorio tutela civica dell’Associazione Dossetti -. ma gli esperti hanno dato molte notizie per rassicurare l’opinione pubblica».
Molti interventi dei relatori hanno sottolineato quanto questa situazione emergenziale possa essere un’occasione per ribadire la centralità del ruolo del medico: «Abbiamo la possibilità di dire quanto sia importante resistere a derive antiscientifiche, quanto sia giusto ricordarsi che i medici servono e non vanno demonizzati», ha detto l’onorevole Paolo Russo, deputato della commissione bilancio per Forza Italia, uno degli ospiti istituzionali presenti al convegno; allo stesso tempo, in un breve seppur appassionato intervento, il dottor Antonio Magi, presidente OMCeO Roma, giunto negli ultimi minuti di lavoro, ha fatto presente che questo clima da semi-psicosi dimostri come sia essenziale, per il settore delle professioni mediche, di dotarsi di maggiori competenze comunicative: «Noi dobbiamo saper informare e farlo in maniera corretta. Dobbiamo saper spiegare prove ed evidenze e saperle trasmettere alle persone, ai cittadini comuni. Probabilmente dobbiamo rivedere i metodi del nostro comunicare».
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