Salute 25 Febbraio 2020 13:48

«Allarme esagerato» o «meglio non rischiare»? I commenti dei milanesi, tra psicosi e normalità

La città meneghina ancora semideserta dopo l’esplodere dell’emergenza Covid-2019. Molte aziende si stanno attrezzando per fornire mascherine e disinfettante ai dipendenti. E molti dicono: «Mai vista Milano così». In aumento le richieste di soccorso: ambulanze spesso fuori anche solo per una “febbre alta” scambiata per coronavirus

«Allarme esagerato» o «meglio non rischiare»? I commenti dei milanesi, tra psicosi e normalità

Prove di ripartenza a Milano dopo il primo lunedì con l’emergenza coronavirus in Lombardia. Il paradosso, quasi un contrappasso, è che il centro della città meneghina è pieno soprattutto di comitive di turisti orientali, tutti regolarmente muniti di mascherine: quasi divertiti, non si fanno sfuggire un selfie in Galleria Vittorio Emanuele II.

La leggera foschia che ammanta il centro città richiama la familiarità della nebbia per i milanesi, che per il momento però continuano a lavorare in grande maggioranza da casa. «A me hanno chiesto di venire al lavoro munito di mascherina» afferma un signore sulla quarantina, uno dei pochi italiani che attraversa piazza Duomo, dove impazzano i reporter delle televisioni estere a caccia di persone da intervistare. «La gran parte degli impiegati della nostra azienda lavora da casa – sottolinea una signora -. In azienda, inoltre, hanno sospeso la formazione per evitare che entrino persone esterne. Ma a me sembra tutto un po’ esagerato. C’è un’isteria mai vista, speriamo finisca presto». Ma non sempre la situazione è così tranquilla: «In ufficio l’aria è tesa – racconta una ragazza – oggi hanno comunicato che ci faranno avere mascherina e gel disinfettante. Ma gran parte di noi vorrebbe stare a casa».

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Treni e metro sono semivuoti anche negli orari di punta e la preoccupazione traspare dal volto di quei pochi pendolari che continuano ad andare a lavoro. «Ho viaggiato in un vagone della metro con in tutto tre persone – racconta una ragazza –, vedere Milano così deserta anche nelle ore di punta fa un certo effetto». Qualcuno si copre goffamente il volto con la sciarpa, quasi a cercare una improbabile protezione contro un nemico invisibile e quantomai subdolo. Altri addirittura, oltre alla mascherina, indossano anche guanti monouso. Intanto Trenord, la compagnia che gestisce la rete ferroviaria lombarda, ha annunciato una riduzione delle corse per effettuare interventi di sanificazione.

Deserte anche le scuole che resteranno chiuse almeno fino al primo marzo, salvo ulteriori comunicazioni. Sulle chat scolastiche si fanno congetture sui tempi di riapertura, mentre gli insegnanti si dividono: c’è chi vorrebbe che gli studenti raccontassero, come compito per le vacanze, questi giorni di misure eccezionali di emergenza coronavirus e chi, invece, pensa che sia meglio non richiamare la paura dell’epidemia nei ragazzi.

Tra psicosi e voglia di normalità resta alta però la soglia di attenzione: nell’hinterland milanese e nelle province limitrofe stanno aumentando le richieste di soccorso e anche i falsi allarme. E spesso, come sottolineano alcuni volontari della Croce Bianca, le ambulanze sono costrette a fare gli straordinari per segnalazioni che, nonostante il filtro del medico, poi si rivelano essere semplici sindromi influenzali o casi di febbre alta. Un altro degli ‘effetti collaterali’ del coronavirus.

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