Il Nonno Libero della fiction ‘Un medico in famiglia’ racconta ai nostri microfoni la sua esperienza con le apnee notturne: «È una malattia grave, puntare su diagnosi con polisonnografia e prevenzione. Rischiavo ictus e morte…»
Gli esperti la chiamano la ‘malattia silente’, OSAS, acronimo inglese per ‘Obstructive Sleep Apnea Syndrome’, è un vero e proprio allarme sociale. Ma come si manifesta? Sanità Informazione lo ha chiesto al famoso attore, comico e scrittore, Lino Banfi che soffre di questo disturbo diagnosticato circa quattro anni fa e a cui ha pensato di dedicare un paragrafo del suo nuovo libro. «Russavo come un trattore» scrive Banfi. Poi ho scoperto di soffrire di Apnee notturne. E questo mi ha salvato la vita anche perché nella mia famiglia si pensa che siano morti d’infarto mio padre e mio fratello, invece poi si scopre che erano Apnee Notturne».
«Non mi voglio definire paziente – spiega Banfi intervenuto in occasione del convegno Italia Sonno presso il Marriott Rome Central Park – perché la parola ‘paziente’ fa subito venire in mente una malattia. Paziente lo sono stato tutta la vita, lo sono ancora oggi come Nonno Libero e come Lino Banfi, se non fossi così paziente non avrei fatto tutte le cose che ho fatto». «Eppure OSAS, a parte gli scherzi, purtroppo è una malattia – prosegue il comico -. Si scopre così per caso, almeno per quanto mi riguarda. È difficile rendersene conto da soli di soffrire di apnee notturne, infatti per quanto mi riguarda se ne rese conto mia moglie, ma per chi dorme da solo è davvero difficile rendersene conto». «Il professore che mi seguiva mi spiegò esattamente cosa fosse la polisonnografia – continua -. Ho capito che si trattava di un esame diagnostico che consente di identificare con certezza l’esistenza delle Apnee Notturne, così ho scoperto che arrivavo a 200 apnee a notte, in media 40, 42 a ora, la questione cominciava a diventare pericolosa».
L’OSAS può comportare dei rischi gravi per la salute, infatti la malattia aumenta il rischio di patologie cardiovascolari ed è associata ad un aumento dei casi di ictus e morte improvvisa. «Il mio medico mi disse che rischiavo la vita – racconta Banfi -. Così conobbi la CPAP, che non è una canzone americana, ma una mascherina che salva le vita. Non va scambiata per una mascherina di ossigeno, serve per filtrare l’aria che risulta così più pulita e inoltre se stai avendo l’apnea, la macchina lo segnala e la blocca. Insomma, ti salva la vita». «Certo – prosegue Banfi – i primi tempi dormire con una maschera sul viso non è semplice, diciamo occorre che ci si abitui. Adesso però sono diventato addirittura uno studente modello che fa da modello anche agli altri. È importante, ribadisco, questo dispositivo salva la vita. Proprio per questa ragione, ho deciso di dedicare una piccola parte del mio nuovo libro a questa patologia per raccontare la mia esperienza e far sì che sia utile ad altri».
La malattia del sonno non ha ripercussioni solo durante la notte ma anche e soprattutto durante il giorno, chi ne soffre purtroppo ha difficoltà a rimanere sveglio durante il giorno e dunque al volante aumentano i rischi di fare incidenti stradali. «Quando ancora non sapevo di avere questo problema, spesso mi capitava di avere sonnolenza durante il giorno e spesso non capivo il perché. Delle volte mi è successo anche al volante, mi sono spaventato molto e ho deciso di correre ai ripari» puntualizza l’attore. «Ma voglio concludere il mio racconto con un sorriso – prosegue – perché il mio mestiere è sorridere e far sorridere. Per certi versi questa storia mi ha fatto anche divertire. L’idea che potevo avere un ictus o addirittura morire durante il sonno, mi ha fatto immaginare i titoli dei giornali: ‘Lino Banfi deceduto per apnea’, ma la cosa paradossale è che io non so nuotare. A parte le battute, ora sto bene, mi sono sottoposto alla corretta diagnosi e al giusto trattamento. Ora finalmente dormo bene, parlo molto meglio e respiro normalmente. Questo vuol dire che, se trattata, monitorata e curata, una malattia diventa risolvibile e magari ci si può anche ridere su…».
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