Salute 11 Maggio 2020 15:49

Fase 2 e palestre: come e quando torneremo ad allenarci?

In attesa che il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, definisca le linee guida per la riapertura in sicurezza delle palestre, a Sanità Informazione il parere tecnico di Marco Neri, vice presidente della Federazione Italiana Fitness (FIF) e quello scientifico di Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG)

di Isabella Faggiano
Fase 2 e palestre: come e quando torneremo ad allenarci?

La fase 2 dell’emergenza Coronavirus continua. E mentre alcune attività affrontano la seconda settimana di riapertura, altre si preparano alla ripartenza. Il 18 maggio, secondo quanto affermato, nei giorni scorsi, dal ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, sarà possibile tornare ad allenarsi in palestra.

Ingressi scaglionati, rilevazione della temperatura corporea all’accesso, sanificazione degli ambienti, mantenimento del distanziamento sociale, fornitura dei dispositivi di sicurezza: sono solo alcune delle indicazioni che i gestori delle strutture sportive dovranno seguire. Ma per avere delle regole più precise sarà necessario attendere ancora qualche giorno.

Intanto, sul tavolo del Ministero sono già pervenute diverse proposte di federazioni e associazioni di categoria. «Nella nostra – spiega Marco Neri, vice presidente della Federazione Italiana Fitness (FIF), a Sanità Informazione – abbiamo innanzitutto chiarito quante persone possono essere presenti per ogni metro quadro disponile. Nella sala attrezzi consigliamo l’accesso ad un individuo ogni 10 mq. Più difficile, invece, stabilire la presenza negli ambienti dove si pratica un’attività di gruppo dinamica, come ad esempio l’aerobica, che presuppone movimenti da una parte all’altra della sala. È probabile, come risulta da una nostra indagine interna, che molti proprietari di palestra decideranno, almeno in una prima fase, di non riattivare corsi di gruppo dinamici, ma solo quelli dove è più facile garantire la distanza di sicurezza, come il pilates, lezione durante la quale i vari partecipanti restano fermi sul medesimo posto. Gli sport con contatto tra gli individui – aggiunge il vice presidente della FIF – dalla pallanuoto alle arti marziali, almeno in questa prima fase, potrebbero essere più complessi da gestire».

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Al di là della tipologia di allenamento, statica o dinamica che sia, se è di gruppo dovrà essere necessariamente ridimensionata: «Per i corsi collettivi – dice Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG) – si dovrà procedere ad una riduzione del numero dei partecipanti. Non è più pensabile assembrare un folto gruppo di persone sudate, accaldate e prive di mascherina, dispositivo sconsigliato durante l’attività fisica in quanto riduce notevolmente la capacità respiratoria».

Alla reception sarà necessario evitare gli affollamenti: «Eventuali poltroncine – dice Marco Neri – dovranno essere poste ad una distanza minima di un metro l’una dall’altra. Prima di entrare verrà misurata la temperatura corporea e si accederà solo su appuntamento e per una durata prestabilita, fissando dunque sia l’ora d’entrata e che quella di uscita, attraverso una app, una e-mail o una semplice telefonata. In questo modo potrà essere sempre garantito il rispetto del numero massimo di persone per metro quadro. Abbiamo anche proposto, oltre al consueto certificato medico di idoneità alla pratica sportiva, la presentazione di un’autocertificazione per assicurare di non essere in quarantena».

Più difficile potrebbe essere, invece, la gestione delle persone in movimento, una volta superata la zona di accesso: «Ci saranno enormi differenze tra le strutture di grandi dimensioni e quelle più ridotte – sottolinea Cricelli -. In queste ultime sarà sicuramente più impegnativo tenere il distanziamento che dovrà essere non inferiore ai 2,5 metri».

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Anche le strutture dovranno essere adeguate alle nuove misure di sicurezza: «È probabile che si richieda l’installazione di plexiglass per dividere il personale alla reception dai clienti – dice Neri -, l’impiego di DPI per i lavoratori, di un registro per la sanificazione degli ambienti, la fornitura di gel igienizzanti per chi si allena, e di prodotti per la pulizia degli attrezzi. Adeguamenti che potrebbero costringere i gestori delle palestre a posticipare al 25 maggio l’apertura delle strutture».

Igienizzare resterà, dunque, la parola d’ordine anche in palestra: «L’uso dei guanti non sembrerebbe necessario – continua il vice presidente della Federazione Italiana Fitness -. L’importante è igienizzarsi le mani prima e dopo l’utilizzo di ogni attrezzo. Poi, l’attività sportiva dovrà essere praticata indossando indumenti ad hoc, che si utilizzano solo all’interno della palestra. Gli spogliatoi potranno essere aperti, sempre con accessi scaglionati ed è probabile che, con lo stesso criterio, si possa consentire l’utilizzo delle docce. Negli ambienti dovrà essere garantito il ricircolo d’aria, aprendo le finestre o attraverso impianti di condizionamento rigorosamente controllati e sottoposti a regolare manutenzione».

E se tutto questo non dovesse farci sentire al sicuro? «Anche la diffidenza sarà un problema da affrontare – commenta il presidente SIMG, – poiché non potremmo mai conoscere lo stato di salute di chi ci passa accanto. Per questo, in caso di dubbio, consiglio sempre di ripetere quello che definisco il “mantra” del momento, le quattro misure fondamentali di sicurezza: lavarsi le mani, igienizzarsi in entrata e in uscita, indossare la mascherina e – conclude Cricelli – mantenere il distanziamento sociale».

 

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