Dalla Redazione 21 Maggio 2020 10:14

Padre Bebber (Aris): «Dateci la possibilità di offrire, nelle nostre strutture e a nostre spese, la specializzazione per giovani medici»

La drammatica esperienza vissuta in questi mesi ha messo evidentemente a nudo tutte le fragilità del nostro SSN, che, nonostante tutto, resta, nel suo complesso, uno dei migliori a livello mondiale. Dal nostro punto di vista, quali strutture socio-sanitarie gestite da enti religiosi no profit, ci siamo resi conto di quanto sia assolutamente necessaria la […]

di Padre Virginio Bebber, Presidente ARIS

La drammatica esperienza vissuta in questi mesi ha messo evidentemente a nudo tutte le fragilità del nostro SSN, che, nonostante tutto, resta, nel suo complesso, uno dei migliori a livello mondiale. Dal nostro punto di vista, quali strutture socio-sanitarie gestite da enti religiosi no profit, ci siamo resi conto di quanto sia assolutamente necessaria la collaborazione  tra Servizio Sanitario Nazionale, regioni e sanità privata accreditata,  nella formulazione di  protocolli condivisi, che abbiano validità su tutto il territorio nazionale e che consentano di poter intraprendere immediatamente azioni coordinate, che abbiano come unico obiettivo l’assistenza ai cittadini, a tutti i cittadini, in qualsiasi momento, nella quotidianità come nel momento dell’emergenza. Vantiamo un’esperienza “ultrasessantenaria” nella sanità e potremmo certamente dare il nostro contributo se invitati ad un tavolo comune. Deve essere chiaro per tutti quello che ogni struttura può e deve fare, cosa non può e non deve fare, e soprattutto come farla o non farla.

Siamo altresì convinti della necessità di rivedere quella sciagurata politica dei tagli, soprattutto dei posti letto. Per fare solo un esempio la Germania con il suo 7X1,000 posti letto ha retto bene da subito l’urto della Covid-19; noi con il nostro scarso 3,5 X1.000 siamo andati subito in crisi.

Infine, un desiderio targato ARIS: avere la possibilità di offrire, nelle nostre strutture e a nostre spese, la specializzazione per giovani medici, magari già impegnati in queste stesse strutture. Si allargherebbe così la possibilità formativa e soprattutto si potrebbe verificare l’opportunità di aver un ricambio già pronto in casa nei momenti del pensionamento dei medici più anziani. Così non ci si ritroverebbe mai, in caso di emergenza, nella necessità di richiamare pensionati o tentare la via del reclutamento improvviso, quasi ad occhi chiusi. E per strutture come le nostre è questione di non poco conto.

 

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