L’emergenza legata al Coronavirus ha messo in luce la gravità dei tagli operati in passato al Sistema sanitario nazionale, pari a circa 37 miliardi di euro, a causa dei quali abbiamo perso 70mila posti letto in 10 anni, in nome di una inutile e pericolosa strategia volta al risparmio, che ci ha esposto a seri […]
L’emergenza legata al Coronavirus ha messo in luce la gravità dei tagli operati in passato al Sistema sanitario nazionale, pari a circa 37 miliardi di euro, a causa dei quali abbiamo perso 70mila posti letto in 10 anni, in nome di una inutile e pericolosa strategia volta al risparmio, che ci ha esposto a seri rischi.
Adesso per ripartire c’è solo un modo, tornare ad investire sulla sanità per tutelare la salute di milioni di cittadini e di tutti coloro, medici, infermieri e personale sanitario, che ogni giorno si prendono cura di noi, ai quali è stato richiesto uno sforzo enorme durante questa delicatissima fase emergenziale.
La linea degli “investimenti nella sanità pubblica” è quella che abbiamo adottato da subito con il nostro governo: in Legge di Bilancio avevamo già previsto 4.5 miliardi di euro in più per il triennio 2019-2021, a questi abbiamo aggiunto 3.5 miliardi per rafforzare il Sistema sanitario e la Protezione civile nel Decreto Cura Italia ed ora nel Decreto Rilancio abbiamo stanziato ulteriori 3.2 miliardi per il 2020.
Le risorse investite serviranno per creare 3500 posti letto in più in terapia intensiva, potenziando la rete ospedaliera, ma anche a incrementare le borse di specializzazione per superare l’imbuto formativo e dare il dovuto riconoscimento a una categoria di professionisti fondamentali per rilanciare il nostro sistema sanitario.
Un’altra nostra priorità è l’incremento delle Reti territoriali, con l’introduzione, ad esempio, della figura dell’infermiere di famiglia o di comunità, per una più efficace presa in carico dei pazienti, che eviti di congestionare ospedali e pronto soccorso. A tal fine nel decreto rilancio abbiamo previsto l’assunzione di oltre 9mila infermieri.
Altri temi a me molto cari sono gli investimenti nella ricerca, a cui deve essere dedicata una quota di risorse che prescinda dall’andamento del PIL, la lotta alle inefficienze e il superamento delle differenze territoriali nell’accesso alle cure. A tutti i cittadini deve essere garantito lo stesso diritto alla salute, come sancito dalla Costituzione. Ora che stiamo uscendo dalla fase più acuta della gestione della pandemia, è fondamentale investire nella prevenzione.
Da parte della Commissione Affari Sociali e del Governo registro poi una grande attenzione al tema della disabilità; tre segnali importanti arrivano nel Decreto Rilancio con l’incremento di 90 milioni di euro del Fondo per le non autosufficienze, di 20 milioni per l’assistenza di persone con disabilità gravi e con la creazione di un fondo per le strutture semiresidenziali per le persone con disabilità. È per noi un sostegno doveroso nei confronti dei più fragili e di chi si prende cura della loro salute.
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