Il primato a Bergamo, con un aumento tra 400% e 500%. Più colpiti gli uomini delle donne, al Sud le variazioni meno significative. Dai dati del report: «Veneto ha gestito la crisi meglio della Lombardia»
Un aumento generale del 48% di decessi in Italia tra marzo e aprile 2020, l’Analisi della mortalità durante l’epidemia di Covid-19 redatta da Inps, fotografa un Paese cambiato. Ma la distribuzione delle perdite pesa quasi interamente sul Nord, in cui la percentuale arriva all’84%.
Al Sud invece l’aumento si ferma al 5%, mentre al Centro arriva all’11%. Sono ancora gli uomini a morire più delle donne, laddove a parità di contagio subiscono maggiormente le forme più gravi. Sul totale, le donne arrivano al 38%, mentre gli uomini al 48%. Differenza che rimane anche nelle singole zone di Sud e Centro, mentre si amplia al Nord: 94% per gli uomini, 75% per le donne.
Sui 1.795 decessi giornalieri previsti in Italia dalla “baseline”, i numeri del 2020 arrivano quasi al raddoppio, 2.564. Le classi di età hanno visto incrementi più sostenuti da 90 anni e oltre (+52%), 80-89 anni (+46%) e 70-79 anni (+45%), meno per le classi d’età 60-69 anni (+30%) e 50-59 anni (+18%), mentre da o a 49 anni si è registrata addirittura una diminuzione della mortalità (-8%).
Nessuna regione ne ha sentito gli effetti più gravemente della Lombardia. «Il Veneto – si legge nel report Inps – nonostante abbia avuto a febbraio un focolaio di epidemia da coronavirus come in Lombardia, ha saputo contenere la propagazione grazie a un approccio sanitario diverso rispetto a quello lombardo».
Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza detengono il primato di aumento nel tasso di mortalità. L’età media al decesso, nelle province più colpite dal coronavirus è di 81,5 anni, che diventa 78,5 anni per i maschi e 85,1 per le femmine. Territorialmente, tutte presentano una percentuale di decessi superiore al 200%, con il record di Bergamo unica nella fascia tra il 400% e il 500%. Quasi tutto il Nord-Ovest dell’Italia risulta interessato da un incremento dei decessi superiore al 50%.
Scendendo, sono le regioni che si affacciano sul mare Adriatico a presentare alcuni incrementi, contenuti ma significativi, con nel Sud la Puglia, specie con la provincia di Foggia tra il 20% e il 30%, è la regione meridionale che evidenzia un maggiore incremento della mortalità.
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