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Pone rimedio ai disturbi dell’invecchiamento, restituendo agli occhi l’efficienza dell’età giovanile. La chirurgia della cataratta è l’intervento più eseguito nelle sale operatorie di tutta Italia – 600 mila nel 2019 – e, attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie, è sempre più preciso e meno invasivo. «Oggi, grazie a strumentazioni preoperatorie e intraoperatorie, è possibile programmare e, soprattutto, personalizzare […]
Pone rimedio ai disturbi dell’invecchiamento, restituendo agli occhi l’efficienza dell’età giovanile. La chirurgia della cataratta è l’intervento più eseguito nelle sale operatorie di tutta Italia – 600 mila nel 2019 – e, attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie, è sempre più preciso e meno invasivo. «Oggi, grazie a strumentazioni preoperatorie e intraoperatorie, è possibile programmare e, soprattutto, personalizzare l’intervento», spiega Lucio Buratto, direttore scientifico di CAMO, il Centro Ambrosiano Oftalmico di Milano.
Le tecniche per operare la cataratta variano a seconda della situazione clinica ed alle apparecchiature disponibili. «La più adoperata, quella meno traumatica e che fornisce i migliori risultati operatori e visivi – dice Buratto – è la facoemulsificazione ad ultrasuoni. L’operazione si compone sostanzialmente di due parti: la rimozione della cataratta vera e propria e la sostituzione con un cristallino artificiale. La facoemulsificazione è spesso utilizzata in associazione al femtolaser, lo strumento che prepara l’occhio alla rimozione della cataratta: attraverso un’accurata programmazione informatica consente di misurare con estrema precisione le strutture anteriori dell’occhio e, quindi, di realizzare successivamente un’apertura dell’involucro anteriore della cataratta estremamente centrata e simmetrica. Una precisione e sicurezza – sottolinea il direttore scientifico di CAMO – che non sarebbe possibile ottenere utilizzando bisturi e pinze chirurgiche. Le nuove tecniche chirurgiche permettono inoltre un rapido recupero, tanto che già dopo 24-48 ore dall’’intervento il paziente può tornare alla vita di tutti i giorni, guidando l’auto, guardando la tv o leggendo un libro».
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La cataratta va operata quando disturba la vista e impedisce le più generali attività quotidiane. Con i risultati che la chirurgia attuale consente di ottenere, la cataratta può essere rimossa durante qualunque stadio di evoluzione: non è più necessario attendere la sua “maturazione”, anzi conviene operare precocemente. «Le persone maggiormente colpite dalla cataratta hanno più di 60, ma – commenta Buratto – trattiamo pazienti anche di 45-50 anni. Gran parte degli interventi sono eseguiti in ambulatorio, solo in casi più complicati, quelli in cui è necessaria l’anestesia generale, viene richiesto un ricovero». Nella prevalenza dei casi è possibile eseguire l’operazione con la sola anestesia “topica”, cioè con l’instillazione di semplici colliri anestetici. In altri è preferibile eseguire l’anestesia locale, mediante iniezione di anestetici vicino all’occhio che permette al paziente di rimanere sveglio durante l’operazione, ma non può muovere l’occhio, né sentire dolore.
Oggi la chirurgia della cataratta ha anche aperto nuove prospettive di recupero dei difetti della vista, consentendo di sottoporsi a due interventi in uno: «Miopia, ipermetropia, astigmatismo e presbiopia – aggiunge il direttore scientifico di CAMO – possono essere corretti contestualmente all’intervento della cataratta, grazie all’utilizzo di lenti intraoculari in grado di fornire visione a tutte le distanze: vicino, intermedio e lontano, minimizzando o eliminando così l’uso di occhiali. Si tratta di cristallini “multifocali” che – conclude l’esperto – consentono una buona acuità visiva, sia da lontano che da vicino, eliminando o riducendo enormemente la necessità di utilizzare gli occhiali».
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