Prenotazioni in orari scaglionati per evitare assembramenti e larga parte del controllo affidata ai sindaci delle località balneari: così potremmo andare in vacanza questa estate. Per gli esperti «rischio trascurabile in acqua, ma sulla sabbia bisogna fare attenzione»
L’estate è ormai alle porte e, con l’avvicinarsi del periodo vacanziero, il dibattito sulla pericolosità delle spiagge in tempi di Covid-19 è al centro delle richieste fatte agli esperti. Dall’Istituto Superiore di Sanità arriva un compendio di regole per la gestione del rischio nelle spiagge, il “Rapporto sulle attività di balneazione in relazione alla diffusione del virus Sars-CoV-2” redatto dal Gruppo di lavoro Ambiente-Rifiuti Covid-19 con il ministero della Salute.
Nel documento si afferma con certezza che un rischio c’è, anche se «può assumere diversi gradi a seconda dei differenti indici sanitari valutati a livello regionale e locale». È definito, invece, di «scarsa rilevanza» quello correlato alla potenziale contaminazione delle acque da reflui o escreti infetti. A rendere trascurabile in questo caso la problematica sono le variabili ambientali cui il virus è suscettibile in quelle situazioni.
Per la sicurezza dei bagnanti, innanzitutto, si raccomanda di «prenotare l’accesso agli stabilimenti (anche online), eventualmente per fasce orarie, in modo da prevenire assembramenti», e ai singoli stabilimenti di «registrare gli utenti, anche per rintracciare retrospettivamente eventuali contatti a seguito di contagi, mantenendo l’elenco delle presenze per un periodo di almeno 14 giorni, nel rispetto della normativa sulla privacy». Nell’accesso allo stabilimento, gli esperti ricordano la necessità di misurare la febbre a bagnanti e personale, cui interdire l’accesso se superiore ai 37,5°.
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Diverso è il discorso per le spiagge libere, in quanto la sorveglianza delle zone risulta di difficile praticabilità. Della gestione, secondo l’Iss, dovranno occuparsi i sindaci e altri enti locali competenti. «Ove necessario – si legge – dovranno definire attività di vigilanza sul rispetto delle misure da parte dei fruitori delle spiagge, regolamentare gli accessi per consentire il distanziamento interpersonale e individuare le procedure di sanificazione delle attrezzature e delle aree comuni».
L’Iss fa comunque appello alla responsabilità individuale, ricordando che «rimangono valide le seguenti indicazioni per tutti: rispetto del distanziamento interpersonale di almeno 1 metro; responsabilità di vigilanza sul distanziamento anche dei bambini; misure di igiene personale, pulizia e disinfezione frequenti delle mani; starnutire e/o tossire in fazzoletti di carta o nel gomito; uso di mascherine quando le misure di distanziamento siano di difficile mantenimento, da smaltire poi con i rifiuti indifferenziati».
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