Sanità 8 Giugno 2020 17:40

Italia Viva spinge per aderire al MES. De Filippo: «Ecco come possiamo rivoluzionare la sanità italiana con 36 miliardi»

In un documento dal titolo “MES, SÌ! (ecco perché)”, redatto da un gruppo di lavoro coordinato dal deputato Vito De Filippo, un piano di azione dettagliato: 10 miliardi per ospedali e personale sanitario, altri 10 miliardi per i servizi medici e l’assistenza territoriale, due miliardi alla digitalizzazione, 5 miliardi per la ricerca e 8 miliardi per imprese e trasporti

Italia Viva spinge per aderire al MES. De Filippo: «Ecco come possiamo rivoluzionare la sanità italiana con 36 miliardi»

Circa 36 miliardi di euro per risanare la sanità italiana. Sono quelli di cui l’Italia potrebbe beneficiare se aderisse al Pandemic Crisis Support del MES, il Meccanismo di Stabilità Europeo di cui si sta tanto discutendo in queste settimane.

Secondo Italia Viva, il partito dell’ex premier Matteo Renzi, si tratta di una occasione che il nostro Paese non deve lasciarsi sfuggire per le vantaggiose condizioni poste: è vero che il fondo, essendo un prestito, andrebbe comunque restituito, ma si tratterebbe di una cifra cospicua (pari al 2% del Pil), con un tasso di interesse vicino allo 0 (0,35% il primo anno e 0,15% per gli anni successivi), una durata massima del prestito di 10 anni e una disponibilità quasi immediata. Unica condizionalità la destinazione dei fondi per le spese “dirette e indirette di salute pubblica, cura e prevenzione legate alla crisi Covid-19”.

LEGGI IL DOCUMENTO DI ITALIA VIVA

In un documento denominato “MES, SÌ! (ecco perché)”, redatto da un gruppo di lavoro coordinato da Vito De Filippo (Capogruppo Italia Viva in Commissione Affari Sociali) si prova anche a spiegare come potrebbero essere usate queste risorse: dagli ospedali alla rete territoriale, dalla digitalizzazione al personale sanitario, una mole di interventi capace di colmare le lacune degli ultimi anni e ammodernare il Sistema Sanitario Nazionale. Resta però da convincere la parte della maggioranza più ostile al MES, il Movimento Cinque Stelle, anche se negli ultimi giorni diversi esponenti pentastellati (come il medico Giorgio Trizzino) hanno aperto a questa prospettiva, che inizia a fare breccia anche nel mondo della sanità (tra i favorevoli il sindacato dei medici Anaao Assomed).

«Dobbiamo stare sul merito: avere soldi a quelle condizioni per fare uno storico, rivoluzionario intervento del Sistema sanitario italiano che è un sistema sanitario equo, universale, uno dei migliori al mondo dovrebbe essere una aspirazione, un desiderio, una volontà di tutti – sottolinea a Sanità Informazione Vito De Filippo -. Sono convinto che pian piano il buon senso prevarrà nella maggioranza e noi utilizzeremo questi 36 miliardi di euro».

LEGGI ANCHE SANITA’, LA RICETTA DI CALENDA (AZIONE): «USARE FONDI MES PER PORRE FINE A IMBUTO FORMATIVO. SU DPI ARCURI SI E’ MESSO A FARE POLITICA

Nel documento si chiarisce perché non utilizzare quei soldi sarebbe svantaggioso a livello economico per il nostro Paese: «Se decidessimo di non utilizzare il nuovo PCS del MES e reperire circa 36 miliardi emettendo Buoni del Tesoro alle condizioni attuali, la spesa per interessi ci costerebbe circa 700 milioni in più all’anno, per un totale di 7 miliardi nell’orizzonte decennale».

Ma come utilizzare queste risorse? Anche su questo i parlamentari di Italia Viva hanno offerto il loro contributo. Nel documento si propone di utilizzare 10 miliardi per ospedali e personale sanitario, altri 10 miliardi per i servizi medici e l’assistenza territoriale, 2 miliardi alla digitalizzazione, 5 miliardi per la ricerca e 8 miliardi per imprese e trasporti.

Nella prima macroarea “ospedali e personale sanitario” rientrano gli investimenti strumentali e in edilizia sanitaria e di investimenti strumentali, l’implementazione di percorsi pandemic-free e lo sviluppo in parallelo di percorsi ad hoc per le malattie infettive; lo sviluppo e l’integrazione di ulteriori strutture di prevenzione e contrasto delle malattie infettive, investimento infrastrutturale al fine di creare nei pronto soccorso dei punti di osservazione breve dedicata a casi sospetti di infezione, in attesa di diagnosi, al fine di evitare la diffusione del contagio. Allo stesso modo si pensa a una valorizzazione del personale a 360 gradi, con un incremento di risorse in termini economici e di governance, nonché un serio investimento in tema di formazione, ad esempio in materia di contrasto e prevenzione delle epidemie, utilizzo delle tecnologie informatiche più avanzate, sviluppo di conoscenze trasversali.

LEGGI ANCHE PALERMO (ANAAO): «ASSUMERE 10MILA MEDICI E 20MILA INFERMIERI, AUMENTARE GLI STIPENDI, ADERIRE AL MES E NEL 2021 PREVEDERE 17MILA BORS»

Altri 10 miliardi andrebbero dedicati a “servizi medici e assistenza territoriale”. Il rafforzamento del territorio, alla luce anche delle esperienze maturate in questi mesi nelle regioni sul contrasto al Covid-19, è prioritario: occorre, per Italia Viva, «una riforma dell’assistenza territoriale, che ponga al centro cittadinanza ed operatori», e un rafforzamento delle UCCP (Unità Complesse di Cure Primarie). La ripresa potrebbe poi far emergere il rischio che non si possa far fronte ai bisogni crescenti derivati dal lungo lockdown. A tal proposito Italia Viva propone la nascita di quattro Fondi: un Fondo di sostegno ai livelli essenziali delle prestazioni e ai servizi sociali territoriali, finalizzato a rafforzare le reti dei servizi sociali territoriali per consentire interventi urgenti connessi all’emergenza pandemica e dedicato ad alcuni settori specifici; un Fondo a sostegno degli enti del Terzo settore per assistenza domiciliare e in remoto, un Fondo per l’assistenza sanitaria domiciliare alle persone con disabilità o con patologie croniche, un Fondo per l’assistenza psichiatrica e psicologica, volto a garantire la gestione del burnout degli operatori sanitari e della sindrome da stress post-traumatico per le comunità terapeutiche riabilitative territoriali.

Il terzo capitolo è dedicato alla digitalizzazione e al controllo della spesa in sanità, con particolare riferimento al Fascicolo Sanitario Elettronico, attivato solo dal 10% dei cittadini.

Altri cinque miliardi dovrebbero andare alla ricerca considerando che l’Italia destina alla ricerca solo l’1,35% del Pil contro una media europea del 2,7%. Diversi gli interventi proposti come un «cospicuo investimento pluriennale per la ricerca di base e la ricerca nei diversi settori medici, la massima integrazione e un allineamento coordinato tra i poli di ricerca, pubblici e privati, oggi esistenti; l’individuazione e il potenziamento di un Centro di Ricerca ad hoc per le pandemie; un Fondo appositamente istituito per garantire ai nostri laboratori di ricerca, pubblici e privati, la dotazione delle più moderne tecnologie e strumentazioni esistenti; modalità di collegamento rapido e interoperabilità dei dati di ricerca tra poli di ricerca nazionali, fondazioni universitarie, IRCCS, centri di ricerca privati, ecc., anche mediante l’implementazione delle tecnologie informative più avanzate».

LEGGI ANCHE LAUREA ABILITANTE, L’ATROCE BEFFA DI CENTINAIA DI LAUREANDI IN MEDICINA: «NOI ‘ESODATI’ POTREMO ABILITARCI SOLO DOPO SETTE MESI»

L’ultimo capitolo prevede 8 miliardi per imprese e trasporti. Si tratta sempre di interventi che hanno a che fare con la salute pubblica, perché si tratterebbe di spese “indirette” di prevenzione e contrasto all’epidemia.

«Analizzando le decisioni della Commissione europea e gli orientamenti della stessa Commissione – spiega ancora De Filippo – noi ci rendiamo conto che questi soldi possono essere usati per aiutare le imprese a mettere in sicurezza i luoghi di lavoro, i trasporti pubblici». Tra gli esempi citati ci sono l’erogazione di incentivi volti al sostegno per le imprese che effettuino investimenti strutturali ed infrastrutturali necessari a garantire il distanziamento sociale e misure incentivanti finalizzati all’individuazione ovvero all’assunzione di un “pandemic manager”, con funzioni di coordinamento ed attuazione delle misure di prevenzione dal contagio.

 

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SANITÀ INFORMAZIONE PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO

Articoli correlati
USCA, Manai – De Filippo (Pd): «Prorogare i contratti dei professionisti sanitari impiegati nella gestione dell’emergenza fino al 30 giugno»
«È utile ricordare che le disposizioni contenute nel decreto legge “Cura Italia” del 17/03/2020, nell’articolo 4 bis riguardanti l’attività delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale, sono prorogate al 30 giugno 2022. La legge di bilancio infatti copre completamente i costi del servizio USCA fino al 30/06/2022, come si può evincere dall’Atto 3424 della Camera, all’articolo […]
Family Act, la relazione di Vito De Filippo (Pd): «Ecco come sosterremo la famiglia»
Vi proponiamo ampi stralci della relazione che accompagna il provvedimento in esame alla Camera dei deputati “Deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia (C. 2561)” detto anche “Family Act” ad opera del relatore Vito De Filippo (Pd): tra gli obiettivi della legge delega quello di sostenere l’occupazione femminile e la genitorialità, […]
Italia Viva lancia il Piano Sanità 2030, Parente: «PNRR non basta, servono 30 miliardi per riformare SSN. Al primo punto la ricerca»
Il partito dell’ex premier Matteo Renzi ha lanciato una campagna di ascolto con operatori sanitari e associazioni e poi sottoporrà il piano alle altre forze politiche. E rilancia la Commissione d’inchiesta sulla gestione della pandemia. La presidente della Commissione Sanità: «Il medico di famiglia deve essere come un ‘primario del territorio’»
Distribuzione dei farmaci, interrogazione del Pd a Speranza: «Pazienti fragili a rischio, perché non applicare norme Dl Rilancio?»
In una interrogazione a prima firma Vito De Filippo si segnala anche che l’accesso l'accesso con modalità Spid ai piani terapeutici Aifa web based ha complicato la vita dei pazienti cronici
Ricciardi: «Riapertura scuole detonatore del contagio e forte rischio per la campagna vaccinale»
Il consigliere scientifico del ministro Speranza a Sanità Informazione: «Solo lockdown nazionale di un mese invertirebbe la curva epidemica». E sul Mes: «Sempre stato favorevole, l’ideale sarebbe stato attivarlo a giugno. Più soldi in sanità ci sono, meglio è»
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...
Sanità

I migliori ospedali d’Italia? Sul podio Careggi, l’Aou Marche e l’Humanitas di Rozzano

A fotografare le performance di 1.363 ospedali pubblici e privati nel 2023 è il Programma nazionale sititi di Agenas. Il nuovo report mostra un aumento dei  ricoveri programmati e diu...