Recenti evidenze scientifiche allargano la platea dei nuovi potenziali pazienti, il presidente AITA: «Gli anziani affetti da una particolare forma di ipoacusia, causata dall’impoverimento di alcune fibre neurali, hanno un rischio dieci volte maggiore di sviluppare una demenza»
Non sono stati in prima linea durante la fase più critica dell’emergenza, ma lo saranno nei prossimi mesi per assistere tutti quei pazienti che durante il lockdown hanno dovuto rinunciare alle cure. «A pagare le conseguenze della chiusura degli ambulatori di audiometria sono stati soprattutto i neonati e gli anziani, le fasce più fragili della popolazione – spiega Rodolfo Sardone, presidente AITA, l’Associazione italiana tecnici audiometristi -. L’interruzione delle prestazioni non urgenti ha interrotto i controlli periodici di molti malati cronici, compresi coloro che sono affetti da ipoacusia, il core competence dell’audiometrista».
I primi nella lista delle prestazioni da recuperare sono i più piccoli: «Nel pieno dell’emergenza, in molti ospedali italiani, non è stato possibile effettuare lo screening audiologico neonatale, fondamentale per una diagnosi precoce dell’ipoacusia – precisa il presidente AITA -. Non evidenziare eventuali deficit in tempo può compromettere il normale sviluppo del linguaggio. Anche molti anziani, altre vittime dell’ipoacusia, hanno dovuto rinunciare ai necessari controlli dell’udito. Per questo – sottolinea Sardone – sarà molto importante potenziare il territorio aumentando l’offerta di controlli audiometrici. Sarà possibile, eventualmente, sfruttare i device di telemedicina già esistenti, approvati e recentemente entrati in commercio anche sul mercato europeo, dispositivi che permettono di effettuare test audiometrici a distanza, seguendo così l’evoluzione della soglia uditiva del paziente».
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Un’altra categoria di individui da assistere nel post lockdown sono coloro che soffrono di disturbi vestibolari: «Si tratta di una piccola nicchia – spiega il presidente AITA – ma sappiamo che tenere sotto controllo i deficit dell’equilibro cronico è di fondamentale importanza per la prevenzione delle cadute, soprattutto negli anziani. Ci aspetta sicuramente un gran da fare, ma occupandoci di patologie croniche e non di acuzie recupereremo senz’altro il tempo perduto, senza lasciare nessuno indietro», assicura Sardone.
Intanto, recenti evidenze scientifiche hanno allargato la platea dei nuovi potenziali pazienti. «Uno studio al quale ho contribuito – commenta Sardone – condotto all’IRCCS De Bellis, istituto di ricerca pugliese di Castellana Grotta, in provincia di Bari, cambia il ruolo dell’audiometrista, non più indirizzato unicamente verso l’otorinolaringoiatria e l’audiologia, ma anche verso la neurologia e la neuropsicologia cognitiva. Da circa 20 anni osserviamo una popolazione di anziani per valutarne, tra le altre cose, quanti tra coloro che sono affetti da presbiacusia hanno sviluppato una forma di demenza o stadi di pre-demenza. È risultato – aggiunge il presidente AITA – che i soggetti affetti da una particolare forma di ipoacusia, non legata direttamente all’orecchio ma all’impoverimento di alcune fibre neurali, hanno un rischio dieci volte maggiore di sviluppare una demenza rispetto al resto degli anziani. Un dato che cambia il lavoro dell’audiometrista, non più semplice tecnico della diagnosi, ma anche professionista sanitario in grado di seguire malati cronici, osservando che l’ipoacusia non peggiori e mettendo in atto interventi di tipo riabilitativo».
Nuove mansioni sulle quali dovranno prepararsi anche i professionisti del domani: «Purtroppo la pandemia ha penalizzato molto anche gli studenti del corso di laurea in Tecniche Audiometriche che pur usufruendo della didattica online – dice Sardone -, hanno dovuto rinunciare al tirocinio, cuore della formazione dell’audiometrista. Per questo abbiamo creato dei tutorial che potessero sostituire l’attività pratica sul paziente, anche se a distanza. Video – conclude Sardone – che rappresenteranno una risorsa importante per tutti i professionisti di categoria e non solo per le nuove leve».
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