I risultati di uno studio del Gaslini di Genova sugli effetti psicologici e comportamentali della pandemia su bambini e adolescenti. Zampa: «Comportamento esemplare dei ragazzi. Da questa prova usciranno più forti»
Il lockdown imposto dalla pandemia ha causato importanti conseguenze psicologiche nel 75% della popolazione infantile. Questo il dato più drammatico presentato questo mattina al ministero della Salute, dove sono stati illustrati i risultati dell’indagine sull’impatto psicologico e comportamentale del lockdown nei bambini e negli adolescenti in Italia, condotta dall’ospedale pediatrico Gaslini di Genova durante l’isolamento a casa a causa dell’emergenza coronavirus.
Al questionario, offerto in forma anonima sul sito web dell’istituto a quindici giorni di distanza dall’inizio del lockdown – tra il 24 marzo e il 3 aprile – hanno aderito 6800 soggetti da tutta Italia di cui quasi la metà (3245) con figli minorenni a carico. «L’indagine è stata compiuta durante il lockdown – spiega il direttore generale del Gaslini Paolo Petralia a Sanità Informazione -. La metà delle famiglie che hanno risposto al questionario avevano figli di età compresa sotto e sopra i sei anni in identica percentuale. Abbiamo tratto indicazioni preziose: in circa tre quarti della popolazione infantile ci sono state importanti conseguenze sia sul piano psicologico che somatico».
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I sintomi più frequenti accusati dai bambini sotto i sei anni sono stati: risveglio notturno, difficoltà ad addormentarsi e di concentrazione, irritabilità, inquietudine, ansia da separazione e paura del buio. «Dai disegni che abbiamo ricevuto emergevano due parole: paura e brutto» ha sottolineato Petralia, che ha aggiunto: «Per quanto riguarda i ragazzi dai 6 ai 18 anni queste manifestazioni dello stato psicologico si sono tradotte anche in disturbi somatici ed hanno prodotto effetti consistenti». Tra tutti: difficoltà ad addormentarsi, sbalzi d’umore, fatica a svegliarsi, evidente spostamento del ritmo sonno-veglia, utilizzo improprio dei media e sensazione di fiato corto. «Qui parliamo di somatizzazione del disturbo psicologico – ha spiegato Petralia – che cresceva di pari passo con il malessere dei genitori».
«Abbiamo sempre saputo che stavamo chiedendo a bambini e ragazzi uno sforzo straordinario – ha precisato ai nostri microfoni la sottosegretaria di Stato alla Salute Sandra Zampa – e che per loro il lockdown poteva avere ricadute più difficili: li abbiamo privati della possibilità di andare scuola e vedere gli amici. Presentiamo i dati del Gaslini qui al Ministero perché vogliamo mandare un segnale direttamente a loro: i virus si combattono, bisogna conviverci e non bisogna avere paura».
Si dice, infatti, che i bambini abbiano la grande capacità di adattarsi agli eventi: «Hanno una grande resilienza – ha sottolineato la sottosegretaria durante la tavola rotonda – e riescono a rispondere bene, ma sapevamo di colpire le vite dei bambini più di quelle degli adulti. I ragazzi italiani sono stati straordinari in questa prova, c’è stato un comportamento esemplare: vorremmo che sapessero che in testa alle nostre preoccupazioni c’erano loro. Stiamo lavorando al vaccino, siamo molto avanti. Ai bambini bisogna dire la verità, li aiutiamo a crescere, da questa prova usciranno più forti».
Molti, però, come dimostra lo studio del Gaslini, hanno subito ricadute psicologiche; a loro, la sottosegretaria consiglia di uscire, tornare a giocare all’aria aperta e frequentare i centri estivi: «Possono farlo in tranquillità, in piccoli gruppi ma devono sapere di dover lavare bene le mani e di dover mettere la mascherina se hanno contatti con gli adulti. È importante che sappiano cosa è un virus e come si combatte e quanto la scienza può restituire in termini di sicurezza a tutti, a partire da loro».
«La cosa più sorprendente che mi ha colpito è stata la necessità di recuperare la normalità e la vicinanza con i proprio compagni», ha evidenziato Petralia. Lo studio consente di avere dei dati e diventa un’occasione di approfondimento su cui fondare risposte e strategie: «Dobbiamo fare tesoro di questi dati– continua Petralia –per una risposta strutturata al bisogno dei ragazzi e degli adolescenti di un sostegno psicologico e psichiatrico. Attiveremo al Gaslini un servizio ambulatoriale di presa in carico da stress post-traumatico per supportare minori e famiglie».
«Niente di irreversibile – ha puntualizzato lo psichiatra Fabrizio Starace, membro della task force di esperti scelti dal premier Conte per guidare la ripartenza del Paese -. Nella memoria dell’evento traumatico dei bambini c’è anche il ricordo di averlo superato. I risultati della ricerca – ha proseguito – ci hanno confermato l’ampiezza del fenomeno denunciato dalle famiglie italiane e hanno evidenziato dati di cui avevamo evidenza da altre esperienze analoghe: Sars e Covid-19 a Wuhan». E sulle possibili soluzioni: «Definire una routine per bambini e adolescenti con giochi e attività fisica con cautela e precauzioni, evitare lunghi tempi davanti allo schermo – i pericoli della rete non sono spariti – sostenere genitori e caregivers, soprattutto fornendo ai genitori gli strumenti per una comunicazione efficace» ha concluso.
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