Salute 22 Giugno 2020 16:02

Oms cambia i criteri per uscire dall’isolamento: 3 giorni senza sintomi. Andreoni (Tor Vergata): «Può rivelarsi pericoloso»

Fanno discutere le nuove linee guida Oms, l’infettivologo: «In alcuni sintomi ritornano dopo giorni. Carica virale è inferiore, ma non sappiamo perché»

Oms cambia i criteri per uscire dall’isolamento: 3 giorni senza sintomi. Andreoni (Tor Vergata): «Può rivelarsi pericoloso»

Arriva l’estate e l’Organizzazione mondiale della Sanità cambia i criteri per la dimissione dall’isolamento dei pazienti Covid-19. Il doppio tampone negativo non è più raccomandato, basteranno tre giorni senza sintomi. Una decisione che arriva per avvantaggiare quei Paesi in cui l’attività di testing è ancora difficoltosa e che, a causa di questo, hanno costretto a mesi di isolamento alcuni contagiati. «Ma potrebbe rivelarsi pericoloso», commenta a Sanità Informazione il prof. Massimo Andreoni, direttore della UOC Malattie infettive del Policlinico Tor Vergata di Roma.

Nelle nuove linee guida provvisorie: per i sintomatici, 10 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi saranno sufficienti tre giorni di fila senza febbre per uscire dall’isolamento. Per gli asintomatici basteranno solo 10 giorni, salvo comparsa di un sintomo qualsiasi della malattia che riporterà indietro il conto di 13. L’Oms ha comunque aggiunto che i Paesi che siano in grado di procedere usando i tamponi, sono comunque invitati a farlo.

«Dovendo dare valutazioni generali, l’Oms tende a favorire Paesi che hanno condizioni meno agiate e devono scegliere protocolli più semplificati», premette Andreoni, motivando la scelta dell’organizzazione di Ghebreyesus. Tuttavia, «io credo che in questa fase dell’epidemia in Italia, modificare i criteri per il giudizio di l’isolamento dei pazienti possa essere pericoloso», ribadisce l’infettivologo.

LEGGI ANCHE TAMPONI, CARTABELLOTTA (GIMBE): «TREND IN PICCHIATA. ATTIVITA’ DI TESTING NON E’ PRIORITARIA PER MOLTE REGIONI»

L’Oms ha spiegato che il rilevamento di Rna virale in un paziente non equivale a considerarlo infettivo o in grado di trasmettere il virus a un altro. Il virus deve essere «ancora in grado di replicarsi» perché questo succeda. Dopo 10 giorni dall’infezione il soggetto contagiato sta naturalmente producendo anticorpi per combattere la malattia, perciò la sua carica virale dovrebbe risultare ridotta.

«Quello che dice l’Oms è valido nella stragrande maggioranza dei casi – spiega Andreoni – ma, come succede spesso in medicina, esistono sempre delle eccezioni, che evidentemente fanno sì che regole così semplificate possano essere in parte pericolose. Potremmo togliere dall’isolamento pazienti che sono ancora eliminatori del virus.  Nella pratica clinica vediamo soggetti che continuano a eliminare il virus per lunghi periodi e non abbiamo molti dati per avere certezza che in tutti questi casi, per questi periodi così lunghi, il virus non rimanga comunque infettivo». L’asintomatico è generalmente poco infettivo, ma non è da escludere del tutto che possa contagiare.

«Oppure i soggetti che sono stati sintomatici – prosegue – ma dopo 10 giorni dall’inizio della sintomatologia, e dopo ulteriori tre giorni dal finire dei sintomi, siano sicuramente non infettivi è complicato. Anche perché vediamo soggetti che non hanno più sintomi, in cui gli stessi ricompaiono a distanza di alcuni giorni». Per evitare confusione, dunque, «in questa fase credo sia opportuno mantenere i criteri stabiliti precedentemente».

LEGGI ANCHE COVID-19, COME AFFRONTARE UN EVENTUALE NUOVO PICCO IN AUTUNNO? ANDREONI (TOR VERGATA): «VACCINAZIONE ANTINFLUENZALE OBBLIGATORIA PER TUTTI»

La discussione sui nuovi criteri Oms si è poi, per forza di cose, estesa al dibattito sulla carica virale dei nuovi contagiati. È davvero inferiore rispetto agli inizi? «Si tratta di un dato ormai certo, dimostrato da diversi studi – assicura il prof. Andreoni -. Meno sicuro è il motivo per cui questo viene rilevato». Ci si chiede se la carica virale sia più bassa per una minore virulenza del virus oppure per una diversa situazione epidemiologica, dovuta anche alle misure di lockdown.

«Le infezioni in questo momento avvengono in una buona numerosità anche all’aperto – spiega l’infettivologo – in cui certamente la carica infettante è minore e quindi crea una minore riproduzione del virus nelle vie aeree. Stiamo poi vedendo molte meno infezioni nei casi fragili, all’interno di ospedali o case di cura, dove ci aspetteremmo soggetti malati più gravemente e con cariche virali più alte in rino-faringe».

«Certamente l’osservazione che le persone abbiano meno virus nella loro gola è vera – conclude -, le motivazioni di questa osservazione possono essere diverse. Perciò credo che sia importante mantenere le attenzioni che abbiamo sempre detto. Per evitare di sottovalutare ulteriormente questo virus e non pensare che l’epidemia stia scemando spontaneamente per una ridotta capacità del virus di dare malattia grave».

LEGGI ANCHE COVID-19, SPERANZA AI MEDICI: «SE LE ISTUTUZIONI HANNO RETTO E’ ANCHE GRAZIE A VOI. ORA DISEGNIAMO INSIEME LA SANITA’ DEL FUTURO»

Anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, invita alla prudenza. Con una lettera indirizzata al Comitato tecnico-scientifico rinvia agli esperti una decisione sul tema. Che, ribadisce, «potrebbe incidere significativamente sulle disposizioni finora adottate e vigenti nel nostro Paese».

 

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SANITÀ INFORMAZIONE PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO

Articoli correlati
Vaccini, Oms e Unicef: “Oltre 120mila bambini a ‘dose zero” tra Europa e Asia Centrale”
La specialista regionale dell'UNICEF per le vaccinazioni in Europa e Asia Centrale: "Non c’è ragione per cui i bambini debbano correre il rischio di morire per malattie prevenibili con un vaccino. Dare priorità ai finanziamenti e investimenti sui programmi di immunizzazione e sistemi sanitari”
Nasce il progetto PMLAb per i pazienti COVID-19 immunocompromessi
La gestione del paziente immunocompromesso con COVID-19 richiede una particolare attenzione, che si concretizza con le Profilassi Pre-Esposizione con anticorpi monoclonali. A questo scopo è nato il progetto Prevention Management LAboratory (PMLAb), presentato oggi a Roma
Morbillo: allarme Oms Europa, 30 volte più casi nel 2023
"La regione europea sta registrando un aumento allarmante dei casi di morbillo". E' il monito dell'ufficio regionale dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per l'Europa. "Tra gennaio e ottobre 2023 sono stati segnalati oltre 30mila casi da 40 dei 53 Stati membri della regione. Rispetto ai 941 segnalati in tutto il 2022, è un aumento di oltre 30 volte", avverte l'agenzia Onu per la salute
di V.A.
Oms: «Da diete malsane 8 milioni di morti». Schillaci: «Alimentazione mediterranea va studiata a scuola»
In occasione della sessione «Healthy Diets, Cultures and Tradition: Lessons from the Mediterranean Diet», prevista nell'ambito del vertice sui sistemi alimentari delle Nazioni Unite, il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus sottolinea l'importanza di seguire una dieta sana
Covid, Oms Europa: sono 36 milioni i cittadini con Long Covid, continuare con vaccini
La pandemia è stata ufficialmente dichiarata conclusa, ma ancora oggi ci sono ben mille morti a settimana in Europa. Nel frattempo, sale anche il conteggio delle vittime del Long Covid, la sindrome post-infezione, che in 3 anni è arrivata a colpire 36 milioni di persone, sempre in Europa, 1 persona su 30. Questi sono alcuni dei dati presentati questa mattina da Hans Kluge, direttore dell'Ufficio regionale europeo dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms)
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Gioco patologico, in uno studio la strategia di “autoesclusione fisica”

Il Dipartimento di Scienze cliniche e Medicina traslazionale dell'Università Tor Vergata ha presentato una misura preventiva mirata a proteggere i giocatori a rischio di sviluppare problemi leg...
Salute

Cervello, le emozioni lo ‘accendono’ come il tatto o il movimento. Lo studio

Dagli scienziati dell'università Bicocca di Milano la prima dimostrazione della 'natura corporea' dei sentimenti, i ricercatori: "Le emozioni attivano regioni corticali che tipicamente rispondo...
Advocacy e Associazioni

Porpora trombotica trombocitopenica. ANPTT Onlus celebra la III Giornata nazionale

Evento “WeHealth” promosso in partnership con Sanofi e in collaborazione con Sics Editore per alzare l’attenzione sulla porpora trombotica trombocitopenica (TTP) e i bisogni ancora i...