Salute 7 Luglio 2020 02:27

Assistenza Covid, Peperoni (SUMAI): «Rete piena di falle che rischia di lasciare i pazienti senza adeguata assistenza»

La causa, secondo il vicepresidente del Sindacato unico di medicina Ambulatoriale Italiana e Professionalità dell’Area Sanitaria, sarebbe dei ritardi di alcuni funzionari regionali

«Più che di “Sinfonia” dovremmo parlare di “accordo stonato”, un piano che ha lasciato fuori le centinaia di specialisti ambulatoriali rendendo inefficace il monitoraggio e l’assistenza dei pazienti Covid e sospetti Covid». Gabriele Peperoni, vicepresidente del SUMAI ASSOPROF (Sindacato unico di medicina Ambulatoriale Italiana e Professionalità dell’Area Sanitaria) denuncia la mancata attuazione del Protocollo operativo di assistenza domiciliare per pazienti Covid o sospetti tali. Un sistema che si sarebbe dovuto integrare con il programma Sinfonia, che prevede la gestione condivisa dei dati tra i vari soggetti del sistema sanitario regionale e una cabina di regia unica. «Secondo quanto programmati – insiste Peperoni – gli specialisti ambulatoriali avrebbero dovuto avere accesso alla piattaforma di sorveglianza e-Covid Sinfonia, cosa mai avvenuta. Gli elenchi degli operatori sanitari sono forniti dalle Aziende Sanitarie che, come già fatto con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta provvedano ad inseriti nel sistema. Nulla però sembra muoversi e intanto a farne le spese sono i pazienti».

LEGGI ANCHE: AIFA, PRESENTATO I° RAPPORTO SULLE POLITICHE DI ASSISTENZA FARMACEUTICA ATTUATE DALLE REGIONI IN PIANO DI RIENTRO

Secondo il Protocollo operativo di assistenza domiciliare per pazienti Covid o sospetti tali, gli specialisti ambulatoriali distrettuali, opportunamente individuati dai direttori dei distretti sanitari, dovrebbero poter effettuate le consulenze richieste dai medici di medicina generale o dalle USCA. Un compito da svolgere anche valutando, ove necessaria, la possibilità di visite domiciliari con le opportune precauzioni in termini di DPI e soprattutto registrando l’esito delle prestazioni sulla piattaforma di sorveglianza. «Le Asl – conclude Peperoni – dovrebbero garantire le attività assistenziali individuate nello schema previsto dalla Regione, con l’impiego di tutte le professionalità coinvolte e l’impiego delle tecnologie necessarie. Se questo non avverrà in tempi rapidi centinaia di pazienti affetti o guariti dal Covid saranno gestiti in modo approssimativo e frammentario, con tutte le conseguenze del caso. È inaccettabile che gli accordi integrativi, per quel che riguarda gli specialisti, i veterinari e i professionisti ambulatoriali continuano ad essere rimandati per l’inerzia di alcuni funzionari regionali».

 

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