Sanità internazionale 14 Luglio 2020 10:48

Il ritorno alla normalità non ci sarà. Parola dell’Oms

Preoccupa più di tutto il “caso Americhe”, che da sole registrano il 50% dei nuovi casi giornalieri. Vaccino e ritorno alla normalità sono ancora lontani. Per il dg Oms Ghebreyesus è l’ora dei messaggi chiari da parte dei leader mondiali

Il ritorno alla normalità non ci sarà. Parola dell’Oms

Bisogna ammetterlo, l’emergenza coronavirus è ben lungi dall’essere conclusa. Quel ritorno alla normalità in cui si confidava non si profilerà ancora per molto. Questo il messaggio che è trapelato ieri dalla conferenza stampa dell’Organizzazione mondiale della sanità a Ginevra. In un giorno 230 mila nuovi casi, di cui «quasi l’80% segnalato da soli 10 Paesi, il 50% da soli due», ha annunciato il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus. In cima a questa triste classifica le due Americhe, ad oggi le più colpite nel mondo.

Bisogna agire in fretta e prendere le giuste decisioni, ha detto il direttore generale, dando messaggi chiari alla popolazione. «Tutti i Paesi sono a rischio, ma non tutti i Paesi sono stati colpiti allo stesso modo – ha proseguito -. Al momento ci sono quattro situazioni nel mondo: alcuni Paesi vigili e consapevoli si sono preparati e hanno risposto rapidamente ed efficacemente ai primi casi. Di conseguenza, finora hanno evitato grandi focolai».

Poi la combinazione che riguarda l’Italia: «Ci sono poi i Paesi in cui si è verificato un grave focolaio, che è stato messo sotto controllo attraverso una combinazione di leadership politica forte e di popolazioni che aderivano a misure chiave di sanità pubblica». Poi ci sono Paesi che hanno allentato le misure troppo in fretta, «e si trovano a gestire nuovi aumenti di casi». Infine «in diverse aree in tutto il mondo stiamo assistendo a pericolosi aumenti di casi di Covid e i reparti ospedalieri si stanno riempiendo di nuovo. Sembrerebbe che molti stiano perdendo quanto ottenuto, poiché le misure efficaci per ridurre il rischio non vengono attuate o seguite».

Sul caso Americhe Ghebreyesus ha usato il termine «trasmissione esplosiva». «Se i governi non comunicano in modo chiaro con la popolazione – ha dichiarato – e questa non segue le misure di base, che si sono rivelate efficaci, la situazione andrà peggiorando. Ma non deve andare per forza così». È il momento delle strategie e dei messaggi chiari, lo ha ribadito anche il capo delle emergenze sanitarie Oms, Mike Ryan. «Dobbiamo essere stringenti nelle misure adottate. Con il distanziamento sociale, contact tracing, test e controlli sappiamo che si può contrastare efficacemente la circolazione del virus», ha rincarato.

IL VACCINO? NON PRESTO

Il vaccino non è una soluzione vicina. Su questo l’Oms tiene a ribadire la propria linea. «Non è realistico pensare di avere un vaccino subito e accessibile a tutti. Si sta facendo il massimo, ma ribadisco che non è realistico pensare una cosa simile. Abbiamo però misure efficaci e sistemi per sopprimere la trasmissione», ha chiarito Ryan. «Dobbiamo arrivare a una situazione sostenibile – ha chiesto Ghebreyesus – in cui abbiamo un controllo adeguato di questo virus senza spegnere completamente la nostra vita o passare da un lockdown all’altro, cosa che ha un impatto estremamente dannoso sulle società».

Non è al “prima” che bisogna puntare. «Voglio essere sincero con voi: non ci sarà un ritorno alla “vecchia normalità” nel prossimo futuro». Il dg si è mostrato aperto anche a dipingere scenari più mesti. «Esiste però una tabella di marcia per arrivare a una situazione in cui possiamo controllare la malattia e andare avanti con la nostra vita. Ma questo richiederà tre cose: la riduzione della mortalità e la soppressione della trasmissione; in secondo luogo, una comunità coinvolta e consapevole che adotta misure comportamentali corrette nell’interesse reciproco; e in terzo luogo abbiamo bisogno di una forte leadership governativa e del coordinamento di strategie globali che siano comunicate in modo chiaro e coerente».

Il virus è il nemico numero uno e l’unico suo obbiettivo è trovare persone da infettare, così lo ha descritto Ghebreyesus. Anche il desiderio di ritorno alla normalità può minare la nostra sicurezza. «I messaggi contrastanti dei leader – ha concluso – stanno minando l’elemento più critico di qualsiasi risposta: la fiducia. Se le misure di base non vengono seguite, c’è solo un modo in cui questa pandemia potrà andare: peggio, peggio, e ancora peggio».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Vaccini, Oms e Unicef: “Oltre 120mila bambini a ‘dose zero” tra Europa e Asia Centrale”
La specialista regionale dell'UNICEF per le vaccinazioni in Europa e Asia Centrale: "Non c’è ragione per cui i bambini debbano correre il rischio di morire per malattie prevenibili con un vaccino. Dare priorità ai finanziamenti e investimenti sui programmi di immunizzazione e sistemi sanitari”
Nasce il progetto PMLAb per i pazienti COVID-19 immunocompromessi
La gestione del paziente immunocompromesso con COVID-19 richiede una particolare attenzione, che si concretizza con le Profilassi Pre-Esposizione con anticorpi monoclonali. A questo scopo è nato il progetto Prevention Management LAboratory (PMLAb), presentato oggi a Roma
Morbillo: allarme Oms Europa, 30 volte più casi nel 2023
"La regione europea sta registrando un aumento allarmante dei casi di morbillo". E' il monito dell'ufficio regionale dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per l'Europa. "Tra gennaio e ottobre 2023 sono stati segnalati oltre 30mila casi da 40 dei 53 Stati membri della regione. Rispetto ai 941 segnalati in tutto il 2022, è un aumento di oltre 30 volte", avverte l'agenzia Onu per la salute
di V.A.
Oms: «Da diete malsane 8 milioni di morti». Schillaci: «Alimentazione mediterranea va studiata a scuola»
In occasione della sessione «Healthy Diets, Cultures and Tradition: Lessons from the Mediterranean Diet», prevista nell'ambito del vertice sui sistemi alimentari delle Nazioni Unite, il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus sottolinea l'importanza di seguire una dieta sana
Covid, Oms Europa: sono 36 milioni i cittadini con Long Covid, continuare con vaccini
La pandemia è stata ufficialmente dichiarata conclusa, ma ancora oggi ci sono ben mille morti a settimana in Europa. Nel frattempo, sale anche il conteggio delle vittime del Long Covid, la sindrome post-infezione, che in 3 anni è arrivata a colpire 36 milioni di persone, sempre in Europa, 1 persona su 30. Questi sono alcuni dei dati presentati questa mattina da Hans Kluge, direttore dell'Ufficio regionale europeo dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms)
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Gioco patologico, in uno studio la strategia di “autoesclusione fisica”

Il Dipartimento di Scienze cliniche e Medicina traslazionale dell'Università Tor Vergata ha presentato una misura preventiva mirata a proteggere i giocatori a rischio di sviluppare problemi leg...
Salute

Cervello, le emozioni lo ‘accendono’ come il tatto o il movimento. Lo studio

Dagli scienziati dell'università Bicocca di Milano la prima dimostrazione della 'natura corporea' dei sentimenti, i ricercatori: "Le emozioni attivano regioni corticali che tipicamente rispondo...
Advocacy e Associazioni

Porpora trombotica trombocitopenica. ANPTT Onlus celebra la III Giornata nazionale

Evento “WeHealth” promosso in partnership con Sanofi e in collaborazione con Sics Editore per alzare l’attenzione sulla porpora trombotica trombocitopenica (TTP) e i bisogni ancora i...