Anche medici, infermieri e operatori sanitari tra i grandi del nostro Paese ricordati a Santa Croce. Mangiacavalli (FNOPI): «Il Covid c’è ancora, non abbassare la guardia»
Un monumento dedicato ai 172 medici, ai 40 infermieri e a tutti gli operatori sanitari rimasti vittima della pandemia nell’esercizio della loro missione professionale. Sorgerà a Firenze, nella cappella Pazzi della basilica di Santa Croce, dove vengono ricordati i grandi del nostro Paese, da Michelangelo a Galileo, da Dante a Machiavelli.
Ad annunciarlo, questa mattina, la Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, l’Opera di Santa Croce con la Comunità dei Frati Minori Conventuali, il Fondo Edifici di Culto ed il Comune di Firenze. Nell’occasione è stato presentato anche il restauro del monumento a Florence Nightingale, la fondatrice della moderna scienza infermieristica, nata duecento anni fa proprio a Firenze.
«Si fa fatica a descrivere l’effetto che fa questo luogo, perché è quasi sacro per quel che rappresenta nella storia del nostro popolo – ha commentato la presidente FNOPI Barbara Mangiacavalli -. Aver avuto la possibilità di entrare in questo chiostro, dove peraltro c’è una statua dedicata alla nostra fondatrice Florence Nightingale, con un memoriale per gli operatori sanitari che hanno dato la loro vita per questa pandemia, è un’emozione che tocca il profondo. Non può lasciarci indifferenti, ma ci deve aiutare a guardare al futuro, partendo da quello che la storia ci ha insegnato, senza ripetere gli errori del passato ma imparando da essi, per la scienza, l’assistenza infermieristica e l’educazione di ogni cittadino».
E a proposito di lezioni imparate, la presidente Mangiacavalli ha tenuto a precisare all’agenzia Dire: «Il Covid c’è ancora, è inutile dire che è in una fase di stallo. Gli infermieri quindi chiedono ai cittadini di non abbassare la guardia, di continuare a comportarsi rispettando tutte le precauzioni che governo e Regioni indicano di volta in volta. Impariamo a convivere con queste precauzioni ma non adottando atteggiamenti negazionisti, perché questi non fanno bene al popolo».
Rivolgendosi, poi, a governo, ministero della Salute e Regioni, Mangiacavalli ha aggiunto: «Gli infermieri, come tutti gli operatori sanitari, chiedono la messa a terra di tutti quei principi normativi sanciti dai provvedimenti che si sono via via succeduti in queste settimane. Queste norme contengono già tutto, la messa in sicurezza degli organici, delle attrezzature, l’approvvigionamento di protezione individuali. Chiediamo che si passi dalle parole ai fatti: quanto annunciato nelle norme diventino modalità operative e organizzative concrete all’interno delle diverse realtà».