Al 30 giugno si tocca quasi quota 50mila contagi sul lavoro denunciati all’Inail. I più colpiti sono i professionisti della Sanità, nello specifico i tecnici. Solo in questa categoria il 40% delle denunce e l’11,8% delle morti
Arrivano quasi a quota 50mila i contagi da coronavirus sul lavoro rilevati dall’Inail al 30 giugno. Per la precisione 49,986 mila, 965 in più rispetto al monitoraggio dello scorso 15 giugno. Un numero che segna quasi un quinto del totale delle denunce per infortunio arrivate all’Istituto nel 2020. Di questi 252 si sono rivelati mortali, uomini per l’82,5% dei casi con un’età media di 59 anni. A uno sguardo generale, tuttavia, i dati si ribaltano: è donna il 71,6% dei lavoratori contagiati, con un’età media di 47 anni.
La fotografia del sesto Rapporto Inail approfondisce anche le differenze regionali, che vedono sul podio l’Italia settentrionale. Su 10 denunce, otto sono concentrate al Nord. Il 56,2% nel Nord-Ovest e il 24,2% nel Nord-Est, seguiti da Centro (11,8%), Sud (5,7%) e Isole (2,1%). Mentre per la percentuale dei decessi il Nord-Ovest arriva al 58,3%, seguito questa volta dal Sud con il 15,1%, Nord-Est (13,1%), il Centro (11,9%) e le Isole (1,6%).
La Lombardia resta la regione più colpita, con oltre un terzo dei contagi sul lavoro denunciati (36,1%) e il 44,8% dei decessi. A Milano il primato per il maggior numero di denunce, il 30,2% del totale. Anche se è Bergamo che, con 32 decessi, si conferma la provincia con la mortalità più alta. Seguono Milano (22), Brescia (20) e Cremona (16).
I settori da cui provengono le denunce sono piuttosto omogenei. Il 99% viene dalla gestione assicurativa di Industria e servizi, mentre i casi registrati in Agricoltura, Navigazione e gestione per Conto dello Stato sono in totale 600. Si trovano nel settore Sanità e assistenza sociale il 72,1% delle infezioni denunciate e il 26,1% delle morti. Con l’aggiunta dei numeri proveniente dagli organismi pubblici per la sanità (Asl) si arriva all’81,2% di casi e al 36,6% di decessi.
Sono i tecnici della salute la categoria più colpita dal virus. Con cui si arriva al 40,6% delle denunce per contagi sul lavoro, di cui l’83% perpetrato da infermieri. Seguono gli operatori socio-sanitari (21,3%), i medici (10,5%), gli operatori socio-assistenziali (8,7%) e il personale non qualificato nei servizi sanitari, come ausiliari, portantini e barellieri (4,7%).
Circa il 40% dei decessi si concentra tra personale sanitario e socio-assistenziale. Nello specifico i casi mortali sono 11,8% tra i tecnici della salute, 9,3% tra i medici, 8,1% tra gli Oss e 4,3% tra gli operatori socio-assistenziali. Oltre il 60% delle morti da Covid-19 tra i tecnici riguarda gli infermieri, che confermano questo triste primato.
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