Intervista alla neoeletta presidente della Commissione Sanità di Palazzo Madama: «Anche esponenti delle opposizioni mi hanno votato, per me una grande responsabilità». E chiede di fare di più sulla prevenzione
«Ho raccolto 20 voti su 23, un consenso venuto anche dalle opposizioni. È una grande responsabilità». Così Annamaria Parente, la neo presidente della Commissione Sanità di Palazzo Madama, commenta a Sanità Informazione l’elezione. Le turbolenze che hanno attraversato la maggioranza in altre commissioni non hanno raggiunto la Sanità, dove lo scrutinio è avvenuto senza sorprese e l’esponente di Italia Viva è stata eletta al primo scrutinio.
Tra una pausa e l’altra dei lavori parlamentari, Parente ha subito avviato un giro di consultazioni informali con i colleghi di Commissione, sia di maggioranza che di opposizione, per capire a quali tematiche dare priorità.
«Dobbiamo lavorare sulla medicina territoriale – spiega Parente -. L’esperienza Covid è stata drammatica e, al di là di una possibile seconda ondata, dobbiamo preparare il Sistema sanitario ad avere una medicina di prossimità efficiente. Se non mettiamo in sicurezza la salute non riparte il Paese e il lavoro. Ho parlato informalmente con i colleghi, dobbiamo discutere più approfonditamente di un modello».
«Nel territorio ci devono essere delle ‘task force’ composte da professionalità diverse: ogni professionalità mantiene la sua autonomia ma tutti devono essere in grado di lavorare in équipe. Durante l’emergenza, con una medicina di territorio più efficiente in tutte le regioni forse saremmo, ad esempio, riusciti a fare gli elettrocardiogrammi a casa: invece la gente si è trascurata e le malattie cardiache hanno fatto tante vittime. Questa terribile esperienza può essere un’opportunità per rinforzare il territorio».
Tra i Disegni di legge che aspettano la Commissione nelle prossime settimane ce ne sono due di primaria importanza per la medicina di territorio: il Ddl sull’infermiere di famiglia e quello sullo psicologo di cure primarie.
«Dobbiamo far sì che il medico, l’infermiere, gli assistenti sociali, lo psicologo e tutti gli altri professionisti della salute possano lavorare insieme sul territorio. Le regioni hanno dei modelli diversi, ma serve un modello di base nazionale che possa uniformare di più le regioni», spiega ancora Parente.
Nella scorsa legislatura l’esponente di Italia Viva è stata la relatrice della legge sul “Dopo di noi”, disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare con l’obiettivo di garantire loro la massima autonomia e indipendenza. «Anche il modello della deistituzionalizzazione previsto nel “dopo di noi”, con la presa in carico delle persone disabili a casa, necessita di una rete territoriale molto efficiente» sottolinea ancora Parente.
Altro tema che sta a cuore alla nuova presidente della Commissione Sanità è quello della prevenzione: «Quanto più facciamo politiche di prevenzione, tanto meno spendiamo per il Sistema sanitario. Oggi non si fa abbastanza su questo. Penso a politiche più efficaci di screening, a politiche specifiche sull’Alzheimer. C’è tanto da fare».
Infine, sul tema dalla regionalizzazione della sanità e delle marcate differenze dell’assistenza sanitaria tra i territori, Annamaria Parente sottolinea: «Non serve una ricentralizzazione, ma sicuramente dei LEA uniformi in tutte le regioni perché altrimenti tanti cittadini sono costretti a spostarsi da una regione all’altra. Se noi lavoriamo sulla medicina del territorio possiamo avvicinare le regioni tra di loro».
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