Focus sulla riabilitazione ortottica, la presidente AIOrAO: «Non restituisce la visione, ma permette di ottimizzare quella che si possiede». Per il futuro si punta all’ortottista di comunità
Prima posticipato dalla primavera alla fine dell’estate, poi proiettato da un palcoscenico ricco di storia come quello della città di Palermo ad una piattaforma web: il Congresso degli ortottisti 2020 “Impegno attuale e futuro dell’Ortottista Assistente di Oftalmologia. Prevenzione, valutazione e riabilitazione visiva”, si svolgerà online il 4 e il 5 settembre. Le iscrizioni sono già aperte e sarà possibile partecipare al congresso collegandosi alla piattaforma FAD.
«Tra i relatori – dice Daniela Fiore, presidente nazionale Aiorao, l’Associazione Italiana Ortottisti Assistenti di Oftalmologia – non solo colleghi ortottisti, ma anche medici, per confrontarsi ed approfondire le principali tematiche intorno a cui ruota la nostra professione. Una prima parte sarà dedicata all’occhio e alla sua costituzione, alle patologie della cornea e della superficie oculare. In un’altra sessione si discuterà di profilassi e terapia della retinopatia del prematuro. Una sezione sarà poi dedicata ad un argomento molto caro a noi ortottisti: la riabilitazione. Per concludere, si discuterà di qualità, efficienza ed efficacia della formazione continua».
«L’ortottista – spiega Fiore – può praticare diverse metodiche di riabilitazione: dalle forme di strabismo latente, alla ripresa post-operatoria, fino ai casi di ipovisione. In particolare, in quest’ultima situazione può mettere in atto una riabilitazione strumentale che, attraverso l’utilizzo di specifici apparecchi, addestra il paziente a sfruttare al meglio la sua capacità visiva residua. In altre parole, la riabilitazione non restituisce la visione, ma permette di ottimizzare quella che si possiede, con un conseguente miglioramento della qualità della vita».
Tra le varie mansioni dell’ortottista c’è anche quella della promozione della prevenzione dei disturbi visivi. «Durante la stagione estiva, ad esempio – sottolinea la presidente Aiorao -, è frequente trovarsi ad affrontare problematiche legate all’esposizione solare, di cui soffrono soprattutto i più piccini. Si tratta di irritazioni solari, congiuntiviti, fastidi, fino a scompensi dovuti a strabismi latenti che, in altre condizioni, non verrebbero così esasperati». Un contatto diretto tra il sole e l’occhio non è mai consigliato: «È sempre meglio indossare degli occhiali da sole e, se troppo problematico convincere i più piccoli, creare almeno una zona d’ombra utilizzando un cappello con visiera, in modo da filtrare le radiazioni nocive dei raggi ultravioletti», consiglia l’esperta.
E mentre questa stagione prosegue tra disturbi tipicamente estivi da affrontare e cambiamenti scaturiti dall’emergenza Covid a cui adeguarsi, gli ortottisti mettono in cantiere anche progetti futuri. Come molti altri professionisti sanitari puntano a implementare il loro ruolo a livello territoriale: «Vorremmo che la presenza dell’ortottista potesse essere garantita anche negli studi dei medici di medicina generale ed in quelli dei pediatri di libera scelta. In questo modo – spiega Daniela Fiore – si potrebbe effettuare uno screening di primo livello senza gravare sulle strutture ospedaliere: l’accesso diretto agli ambulatori degli ospedali sarebbe riservato solo a coloro che ne avranno un bisogno reale, snellendo le liste di attesa e – conclude – migliorando l’efficienza delle prestazioni erogate».
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