di Federica Orlando, Vice Presidente Vicario del Segretariato Italiano Giovani Medici
Il DL Agosto, all’art 29 concernente “Disposizioni urgenti in materia di liste d’attesa” prevede che a partire dal quarto anno i medici in formazione specialistica possano “stilare i referti delle visite, degli esami e delle prestazioni specialistiche con esclusivo riferimento alle sole visite, esami e prestazioni di controllo ambulatoriali”.
La risposta allo smaltimento delle liste d’attesa non può essere l’impiego di medici in formazione, chiedendo loro un atto di responsabilità che vada oltre il proprio profilo giuridico e per il quale non sia disposto il minimo riconoscimento professionale, per di più per finalità non formative.
Inoltre appare ironico che la disposizione rientri nello stesso articolo in cui si emenda un incremento della tariffa oraria, da sessanta a ottanta euro lordi, per le prestazioni aggiuntive svolte dai medici dipendenti: per l’ennesima volta siamo di fronte alla richiesta di pari impegno, ma con riconoscimenti differenti.
Ricordiamo infatti che i medici in formazione specialistica sono stati gli unici operatori sanitari ad essere stati esclusi dall’attribuzione del bonus Covid su quasi tutto il territorio nazionale e che ci sono giunte e giungono segnalazioni di specializzandi esclusi dalla sorveglianza sanitaria e dallo screening sierologico. In alcune realtà, gli specializzandi sono stati addirittura accusati di essere stati la causa della nascita di focolai.
Non ci tiriamo indietro di fronte all’emergenza, ma chiediamo il riconoscimento del nostro operato al pari degli altri medici di ruolo.
Un’assunzione graduale di responsabilità è auspicabile e giusta, ma a questa deve seguire un serio impegno da parte delle Istituzioni nell’adeguare anche i termini contrattuali di profili giuridici, assicurativi e di retribuzione: i medici specializzandi italiani sono retribuiti poco più di 14 euro l’ora, con un trattamento economico fermo al 2007 non prevedente indennità, né di guardia notturna o festiva, o il riconoscimento delle ore di straordinario.
Urge che il Governo e le Istituzioni prendano coscienza che bisogna agire subito per la salvaguardia della Sanità Pubblica, avviata al collasso. Serve una definizione delle risorse da investire nel settore dettata dalle reali necessità, studiate con lungimiranza, e non dai fondi reperibili; serve guardare il medico in formazione come il professionista di domani, potenziandone il curriculum e la propria figura contrattuale; serve andare oltre la solita soluzione a basso costo con cui ci si illude di sostenere il Servizio Sanitario Nazionale, senza prospettive concrete e programmazione a lungo termine per la sostenibilità e la qualità delle cure per i cittadini.