Lavoro e Professioni 24 Settembre 2020 15:15

OMCeO Milano, un libro per raccontarne storia e prospettive. Rossi: «Serve un piano pandemico»

Il presidente dell’Ordine dei Medici: «13% di medici milanesi colpiti da Covid, troppi. Impariamo dagli errori del passato. Non si risparmia sulla sanità»

di Federica Bosco

Conoscere la storia per non ripetere gli errori del passato ed essere pronti ad affrontare possibili future pandemie. In occasione della presentazione del libro “Storia dell’Ordine dei Medici di Milano” l’autore Ugo Garbarini ha illustrato i più importanti aneddoti che legano la storia all’attualità, mentre il presidente OMCeO Milano Roberto Carlo Rossi è intervenuto facendo un’analisi del lavoro svolto dai medici di Milano nella battaglia contro il Covid e del pesante contributo dato in termini di vite.

OMCEO MILANO, UN SECOLO DI STORIA

«È un libro che fa il punto su una grande storia e una grande comunità, quella dei medici e degli odontoiatri milanesi, che hanno contribuito a rendere grande l’assistenza sanitaria di questa regione nei 110 anni appena trascorsi – esordisce il presidente dell’OMCeO milanese Roberto Carlo Rossi -. L’ideale continuazione di questa storia dell’Ordine è il contributo che i medici hanno dato con i racconti della pandemia. Ci fa vedere quanto i medici milanesi siano stati e sono a fianco dei loro pazienti anche in un momento drammatico, come è sempre stato. E nella storia dell’Ordine dei medici troviamo storie di abnegazione assoluta, esempi di persone che hanno dato la loro vita, hanno fondato istituzioni, hanno profuso le loro energie per rendere grande la storia di Milano».

13% DEI MEDICI MILANESI AMMALATI DI COVID

«Milano – prosegue Rossi – ha pagato un pensatissimo tributo alla pandemia, sia in termini di colleghi che si sono ammalati anche gravemente, anche in tempi recenti, che di colleghi deceduti. Oggi sono 13 e speriamo il numero non aumenti, mentre gli ammalati sono il 13% dell’intera professione, ed è tantissimo. Quindi bisogna chiedersi come mai sia potuto accadere questo. Ci sono nazioni dove il personale sanitario non si è mai ammalato, è la categoria che si ammala di meno perché è quella giustamente più protetta in quanto a contatto con la malattia. Da noi non è così, questo è un pesante j’accuse contro chi non ha fatto evidentemente tutto per evitare questo. Guardando al futuro occorre evitare gli errori del passato. Credo che queste pagine vadano lette con la prospettiva futura di quello che succederà, dobbiamo essere pronti ad affrontare la diffusione di altri agenti patogeni. Quindi un piano da questo punto di vista è imprescindibile».

UN PIANO PANDEMICO PER IL FUTURO

Dunque, serve un piano pandemico. Ma quali sono gli errori da non ripetere? «Non bisogna pensare alla sanità come un campo dove si può risparmiare, dove in qualche modo si scambia l’appropriatezza dell’uso delle risorse per stringere i cordoni della borsa tout court – risponde il presidente dell’OMCeO Milano -. In sanità si deve spendere correttamente, ma bisogna spendere. Va ricostruito il territorio, ripensare al medico nelle scuole, non inteso come il vecchio medico scolastico, ma qualcosa di moderno che possa essere utile come punto di riferimento di eventi ma anche come educatore sanitario. Va pensata una organizzazione della medicina del lavoro che possa entrare in questa rete. Ci sono molte cose interessanti da fare. Speriamo si facciano», conclude.

 

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