Venerdì 27 e sabato 28 gennaio, presso l’Università Gregoriana (Piazza della Pilotta 4), si è tenuto il convegno-corso di formazione «Riprendersi: i fattori determinanti della salute mentale», organizzato dalla Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro e dalla Fondation d’Harcourt, in collaborazione con l’INMP Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti ed il […]
Venerdì 27 e sabato 28 gennaio, presso l’Università Gregoriana (Piazza della Pilotta 4), si è tenuto il convegno-corso di formazione «Riprendersi: i fattori determinanti della salute mentale», organizzato dalla Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro e dalla Fondation d’Harcourt, in collaborazione con l’INMP Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti ed il contrasto delle malattie della Povertà.
Il convegno, rivolto a medici, infermieri, psicologi, tecnici della riabilitazione psichiatrica, educatori professionali, assistenti sanitari e terapisti occupazionali, si proponeva di mettere a fuoco l’efficacia, i limiti e le prospettive dell’approccio biomedico in salute mentale e al tempo stesso di evidenziare il ruolo determinante dei fattori personali e sociali connessi al paradigma della cosiddetta recovery.
Dagli anni ’60 del secolo scorso ad oggi sono intervenuti importanti cambiamenti nel settore della salute mentale: dal superamento del manicomio alla riorganizzazione dipartimentale dei servizi di salute mentale, dalla disponibilità di farmaci specifici ai nuovi interventi in campo terapeutico e della riabilitazione sociale. Tuttavia gli studi epidemiologici dimostrano che la prognosi delle malattie mentali gravi, che rappresentano oggi una delle maggiori cause di disabilità a livello mondiale, non è migliorata come si sperava.
L’approccio biomedico, per quanto, importante deve tener conto e integrarsi con i determinanti “non tecnici” nell’evoluzione a lungo termine dei disturbi mentali, soprattutto per ciò che riguarda le patologie più gravi: il contesto sociale di vita dei malati e le risorse in esso disponibili e da attivare, la valorizzazione del sapere esperienziale di pazienti e familiari, la responsività dei servizi di salute mentale riguardo alla complessità dei bisogni degli utenti, secondo una visione olistica della persona e la fiducia nelle sue potenzialità, oltre la malattia. Questa prospettiva è confermata dagli studi sulla patogenesi della schizofrenia, che evidenziano come il core del disturbo sia rappresentato dalle disfunzioni cognitive e affettive, per le quali non disponiamo di trattamenti farmacologici e che configurano la schizofrenia come un disturbo della socialità. L’INMP – ente pubblico del Sistema sanitario nazionale afferente al Ministero della Salute, attivo negli ambulatori di Roma in favore delle persone migranti e italiane con bisogni di tipo sociosanitario, anche portatrici di disagio psichico, è centro di riferimento della Rete nazionale per le problematiche di assistenza in campo socio sanitario legate alle popolazioni migranti e alla povertà – ha recentemente siglato un accordo di collaborazione con la Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro. La Fondazione, che tra le proprie finalità attua percorsi terapeutici e la diffusione di una maggiore comprensione del problema del disagio psichico, attraverso il proprio personale, realizzerà attività di volontariato a favore degli utenti dei servizi medici, psicologici e sociosanitari del poliambulatorio INMP, con particolare riferimento alle persone con disagio psichico e marginalità sociale.
«Le attività quotidiane del nostro Istituto – dichiara Concetta Mirisola, Direttore Generale INMP – sono mirate a fronteggiare, all’interno del Servizio sanitario nazionale, le sfide sanitarie delle popolazioni più vulnerabili attraverso un approccio olistico, multidisciplinare e orientato alla persona. Il nostro obiettivo strategico è stato sempre quello di dare supporto e sviluppare, in sinergia con gli enti locali e nazionali, adeguate politiche nazionali di sanità pubblica. Un impegno che perseguiamo attraverso l’assistenza socio-sanitaria, la ricerca sulla promozione della salute, progetti clinici e di medicina sociale, ma anche con l’attivazione di protocolli, come quello con la Fondazione Di Liegro, e l’attivazione di programmi di educazione sanitaria e di formazione, tra cui questo convegno-corso di formazione per gli operatori del settore. Attraverso i numerosi ambiti di attività dell’Istituto, con la creazione di un Osservatorio Epidemiologico nazionale sull’immigrazione e l’impatto della povertà sulla salute della popolazione siamo punto di riferimento per l’assistenza d’avanguardia ai neglectis rejectisque del nostro tempo. Una sfida volta a superare le distanze e a riconoscere a tutti i diritti fondamentali e pari dignità sociale – conclude Mirisola – costruendo in questo modo, giorno per giorno, quei legami che tengono insieme la società, relazioni connettive e di valore. È fondamentale aprire spazi di riflessione e di formazione, come questo evento, sui temi più attuali della salute mentale in relazione alle politiche nazionali e alla luce dei suoi nuovi paradigmi come, per esempio, l’esclusione delle persone con disturbi psichici, persone fra le più vulnerabili della nostra società, al di là del gruppo sociale di appartenenza, e i loro diritti all’inclusione e all’accesso alle cure – umane, eticamente accettabili, adattate culturalmente e costo-efficaci. Vista la complessità della salute mentale, le risorse insufficienti a coprire i notevoli bisogni, e la necessità di garantire una presa in carico di alta qualità, è importante creare reti, definire strategie e alleanze interdisciplinari e intersettoriali, anche tra soggetti pubblici e privati, collegando conoscenze scientifiche, empiriche ed etiche, per ottimizzare le scarse risorse e offrire alle persone affette da problemi psichici la più ampia possibilità di accesso alle cure di eccellenza, anche attraverso una presa in carico sociosanitaria continua. In questo contesto si colloca l’accordo tra l’INMP e la Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro, perché insieme si possa offrire cura e supporto ottimali alle persone con problemi mentali, consapevoli della ricaduta positiva che questo ha, non solo sulla salute e il benessere sull’individuo, ma anche su quello di tutta la collettività».