Sono due americani (Charles M. Rice e Harvey J. Alter) e un britannico (Michael Houghton) i vincitori del premio Nobel 2020 per la Medicina
Cacciatori di virus, premiati nell’anno della pandemia di Covid-19. Sono due americani (Charles M. Rice e Harvey J. Alter) e un britannico (Michael Houghton) i vincitori del premio Nobel 2020 per la Medicina. Anche loro si sono misurati con un nemico invisibile: l’epatite C.
Alter, laurea in Medicina alla University of Rochester Medical School, si è formato allo Strong Memorial Hospital e agli University Hospitals di Seattle. Nel 1961 è entrato a far parte degli statunitensi National Institutes of Health (Nih) come associato clinico. Ha trascorso diversi anni alla Georgetown University prima di tornare agli Nih nel 1969 per unirsi al Dipartimento di medicina trasfusionale del Centro clinico come ricercatore senior. A metà anni ’70 lo scienziato con il suo team stava studiando pazienti che ricevevano trasfusioni sanguigne e si ammalavano di epatiti, e ha scoperto che rimaneva un gran numero di casi che non erano né correlati al virus dell’epatite B né a quello della A.
Nel frattempo, Houghton, dottorato di ricerca al King’s College di Londra nel ’77, era entrato a far parte di Gd Searle & Company prima di trasferirsi alla Chiron Corporation, Emeryville, California nel 1982.
È negli anni alla Chiron (acquisita da Novartis il 20 aprile 2006) che Houghton intraprende il lavoro per isolare la sequenza genetica del nuovo virus. Con il suo team è stato coautore di una serie di studi pubblicati tra il 1989 e il 1990. Lo scienziato britannico si è trasferito all’Università di Alberta nel 2010, dove insegna virologia ed è anche direttore del Li Ka Shing Applied Virology Institute.
Rice, dopo il dottorato di ricerca nel 1981 al California Institute of Technology, dove si è anche formato come borsista fino al 1985, fonda il suo gruppo di ricerca alla Washington University School of Medicine, St Louis nel 1986 e diventa professore ordinario nel 1995.
Nei suoi anni da ricercatore nell’ateneo Usa, insieme ad altri gruppi che lavorano con i virus a Rna, ha notato una regione precedentemente non caratterizzata alla fine del genoma del virus dell’epatite C che si sospettava potesse essere importante per la replicazione del virus. Ma anche delle variazioni genetiche in campioni di virus isolati che avrebbero potuto ostacolarne la replicazione.
Sue le evidenze finali che completavano il puzzle di conoscenze sul virus dell’epatite C. Rice dal 2001 è professore alla Rockefeller University di New York. Nel periodo 2001-2018 è stato Direttore scientifico ed esecutivo del Center for the Study of Hepatitis C alla Rockefeller University, dove rimane tuttora attivo.
SPERANZA: «PREMIO A VIROLOGI SEGNALE IMPORTANTE PER COMUNITÀ SCIENTIFICA»
«Complimenti a Michael Houghton, Harvey J. Alter e Charles M. Rice. Sono i tre virologi a cui è stato assegnato oggi il premio Nobel per la Medicina. I loro studi hanno portato a importanti scoperte sul funzionamento del virus dell’epatite C. In questo momento drammatico è un segnale importante per tutta la comunità scientifica». Lo scrive su Facebook il ministro della Salute, Roberto Speranza, commentando l’assegnazione dei Nobel per la Medicina 2020.
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