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Ultimamente, sui social si sta diffondendo la notizia che il tampone nasale per Covid-19 sarebbe pericoloso per la salute, in quanto danneggerebbe la barriera ematoencefalica del cervello, portando a infezioni cerebrali. Esiste un fondamento scientifico per questa preoccupazione? Dottoremaeveroche, il sito ‘anti – fake news’ della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo) fa chiarezza […]
Ultimamente, sui social si sta diffondendo la notizia che il tampone nasale per Covid-19 sarebbe pericoloso per la salute, in quanto danneggerebbe la barriera ematoencefalica del cervello, portando a infezioni cerebrali.
Esiste un fondamento scientifico per questa preoccupazione? Dottoremaeveroche, il sito ‘anti – fake news’ della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo) fa chiarezza sull’argomento.
«Diversi medici hanno smentito la notizia – si legge nella scheda dedicata – rassicurando che il tampone è completamente sicuro e che non riesce a raggiungere la barriera ematoencefalica. Il cervello, ha molti livelli di protezione: il primo è ovviamente il cranio e tra questo e il cervello sono presenti una membrana protettiva e un fluido. La barriera ematoencefalica è uno strato di cellule presente nei vasi sanguigni che circondano il cervello: impedisce alle molecole che circolano nel sangue di arrivare nel cervello, lasciando però passare l’ossigeno. Per questo, per poterla raggiungere, il bastoncino del tampone inserito nel naso dovrebbe riuscire ad attraversare più strati di tessuto e perforare ossa e vasi sanguigni».
«Questo test serve a identificare la presenza del materiale genetico del virus nel corpo. Con un bastoncino lungo, simile a un cotton fioc, si preleva il materiale biologico dalle mucose del naso e della gola. Se nel campione prelevato fosse presente il materiale genetico del virus, il test risulterebbe positivo; in caso contrario, negativo. Per prelevarlo, il tampone mira alla rinofaringe, la parte superiore della gola posteriore al naso». Come si effettua il test? «Si fa avanzare il tampone nelle fosse nasali perpendicolarmente al volto del paziente per una lunghezza media da 8 a 12 cm fino a quando non si incontra una resistenza, appunto costituita dalla parte posteriore della rinofaringe. La rinofaringe è separata dal cervello dall’osso etmoide, che impedisce qualunque tipo di passaggio».
Riguardo al bastoncino, sui social ci sono molte informazioni errate. «Si parla di “bacchette” robuste in grado di rompere le diverse protezioni. Al contrario – proseguono i medici anti-fake – il tampone è flessibile e molto, molto difficilmente potrebbe perforare le barriere ossee nella cavità nasale arrivando addirittura alla barriera ematoencefalica. Il bastoncino è costruito per essere spaccato a metà in un preciso punto di rottura: la parte che raccoglie il campione va in un contenitore per l’analisi, mentre la parte tenuta in mano dall’operatore sanitario viene gettata via».
Sul web ci si chiede anche perché, se il virus SARS-CoV-2 si diffonde quando una persona infetta tossisce o starnutisce non si possa semplicemente soffiare con forza sul tampone. La risposta è semplice: «Respirando o soffiando potrebbe non essere possibile riuscire a catturare le particelle virali o le cellule che trasportano il virus. Inserendo un tampone all’interno del naso o della gola si producono risultati più accurati» precisano i medici.
La percezione del dolore è soggettiva, dipende dalla sensibilità individuale: «È vero che il test provoca un po’ di fastidio – precisano – è molto difficile che si possa provare proprio “dolore” anche perché l’esame dura solo pochi istanti» concludono.
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