Non solo Covid: la seconda più grande epidemia di Ebola nella Repubblica democratica del Congo, febbre gialla in Togo e Gabon, morbillo in Messico, la battaglia contro le malattie tropicali e quella costante contro Hiv, malaria ed epatite. Tutte le emergenze sanitarie del 2020 combattute dall’Organizzazione mondiale della sanità
Non solo Covid-19. Durante il 2020 l’Organizzazione mondiale della Sanità ha affrontato, oltre alla battaglia contro Sars-CoV-2, oltre 60 emergenze sanitarie generate da altri patogeni in tutto il mondo. Focolai preoccupanti e gravi epidemie, spente o tenute sotto controllo dai team inviati per cure e vaccinazioni.
In Ciad, per esempio, da luglio a settembre sono stati registrati oltre 27 mila casi di virus Chikungunya. Si tratta di una malattia arbovirale trasmessa all’uomo dai morsi di zanzare Aedes infette. È accompagnata da febbre alta, dolori articolari e infiammazioni talmente debilitanti da causare nausea e vomito. Le conseguenze della malattia possono durare per anni e portare a danni reumatici. Non c’è una terapia virale vera e propria, ma va tenuta sotto controllo in determinati periodi dell’anno – quelli più prolifici per la diffusione di zanzare. Con l’arrivo dell’inverno anche il rischio epidemiologico si abbassa.
In Gabon e Togo, l’Oms ha affrontato la febbre gialla. Anch’essa trasmessa dalla zanzara tigre, gode però di un’ottima risposta nel vaccino predisposto e diffuso da oltre 20 anni. Il vaccino offre protezione per tutta la vita, ma la popolazione di Gabon e Togo ha ancora un livello di immunizzazione sub-ottimale, sotto l’85%. I casi si sono verificati in zone rurali e meno protette rispetto alle grandi città, ma l’Oms ha provveduto all’indagine epidemiologica e inviato una squadra investigativa sul campo. Molte energie sono state concentrate nel cercare di ridurre i disagi portati da Covid-19 sulle campagne vaccinali annuali.
In Messico è esplosa una nuova epidemia di morbillo. Oltre mille casi segnalati da gennaio ad aprile, per il 59% di sesso maschile. Il morbillo rimane molto pericoloso per i bambini, specie se i soggetti soffrono già di malnutrizione o sono in generale suscettibili per immuno-depressione.
Ma la più difficile da affrontare in compresenza con Covid, riporta Oms, è stata la seconda più grande epidemia di Ebola mai registrata al mondo che ha investito la Repubblica Democratica del Congo. Dopo 18 mesi di lotta ora è debellata nella parte orientale del Paese, mentre è ancora in fase di eliminazione ad ovest. A renderla ancora più difficile la guerra e un’epidemia contemporanea di morbillo che ha creato una doppia circolazione a volte fatale.
I casi totali sono stati 3481, di cui solo 1162 sono sopravvissuti. La risposta del governo in unione con Oms ha comportato migliaia di operatori sanitari formati, 220mila campioni analizzati e 250mila contatti registrati. È stato assicurato accesso equo alle terapie avanzate e il vaccino per oltre 303mila persone.
Per la prima volta, il 2020 è stato però anche l’anno in cui il continente africano è stato dichiarato polio-free dopo oltre 20 anni di lotta contro la malattia. «Rimaniamo completamente concentrati – ha detto Tedros Ghebreyesus, direttore generale Oms – sia sull’eradicazione finale della polio, sia sulla transizione dal programma polio nei Paesi, per garantire che i significativi investimenti effettuati nella risposta alla polio continuino a fornire un ritorno in sistemi sanitari più forti».
Anche i fenomeni meteorologici hanno causato nuovi focolai di malattie infettive. Si pensi alle numerose inondazioni in Sudan, alle devastanti tempeste che sono costate casa e protezione a tante persone in Vietnam e nelle Filippine. A Beirut, dopo la devastate esplosione al porto dello scorso agosto, l’Oms ha aiutato con la ricostruzione degli ospedali, il supporto agli operatori sanitari e l’assistenza ai numerosi feriti.
In Grecia, dopo l’incendio del centri di accoglienza di Lesbo, è stato prestato soccorso con urgenza a migliaia di feriti. Così come i progetti di supporto ai Paesi in zone di conflitto, in Africa, Medio Oriente e Caucaso, hanno proseguito il loro corso nonostante la pandemia.
A tutto questo si aggiungono 480mila bambini vaccinati contro la malaria in Ghana, Kenya e Malawi e la vicinanza all’obbiettivo SDG sulla prevalenza dell’epatite B nei bambini sotto i 5 anni. Da ricordare anche lo sforzo fatto per il trattamento dell’HIV nei Paesi a rischio interruzioni nel 2020. Infine l’eliminazione, faticosa ma costante, delle malattie tropicali trascurate, villaggio per villaggio. In Malawi è stata sconfitta la filarosi linfatica, nel Togo la tripanosomiasi africana, il tracoma in Myanmar e la rosolia endemica in Sri Lanka.