Marina, Roberta e Rachele stanno per laurearsi, ma non dimenticano l’emozione provata quando sono diventate studentesse di Medicina. E ora consigliano di fare ricorso a tutti coloro che sono stati vittime di irregolarità il giorno del test
«Me lo ricordo come se fosse ieri. Erano le 4 di pomeriggio, squilla il telefono, mi dicono che ho vinto il ricorso e che sono entrata a Medicina. Non riesco a crederci. Me lo faccio ripetere altre due volte. Il mio sogno era stato sbarrato da qualche crocetta sbagliata. Ma io ho trovato la chiave per riaprire quella porta. Ho avuto la forza e la tenacia di riprendere in mano il mio destino. Sa, mi emoziono ancora quando ci ripenso. E ormai sono a un passo dalla laurea. Ma quel giorno è stato il più bello della mia vita».
Effettivamente la voce di Marina si incrina, al telefono, mentre racconta di come è riuscita a entrare alla Facoltà di Medicina nonostante non avesse superato il test d’ingresso. Anche il giorno del quiz è difficile da dimenticare: «Le domande erano di livello universitario, e non sempre le risposte erano coerenti. Molti candidati parlavano, tanti si passavano le risposte. Non c’era serietà. Ma ci tenevo così tanto a entrare a Medicina che non mi è sembrato giusto farmi scavalcare da persone che non si sono comportate correttamente. Ho fatto ricorso con Consulcesi, e l’ho vinto».
Un racconto, quello di Marina, simile a quello di tanti altri ragazzi che sono riusciti a coronare il loro sogno intraprendendo le vie legali. Come Roberta: «Quando le scatole con i test sono arrivate in aula, il giorno dell’esame di ingresso, erano già aperte. Alcuni candidati quindi conoscevano già le domande. Ho fatto ricorso, mi sono iscritta con riserva, ho seguito sin da subito tutte le lezioni e fatto gli esami previsti per il primo anno. Quindi è arrivata la decisione definitiva del Consiglio di Stato e sono diventata una studentessa di Medicina a tutti gli effetti».
«Anche io faccio Medicina perché ho vinto il ricorso», si aggiunge al coro Rachele. «Alcuni dei compiti erano online prima dell’inizio della prova, c’erano candidati che si vantavano di avere già le risposte. Chi assiste a irregolarità di questo genere deve provare a fare ricorso. La mia è stata un’esperienza estremamente positiva».
Consigli condivisi dalle altre due ragazze: «Bisogna credere fino in fondo nei propri sogni e non mollare mai. È assurdo che un test possa impedire di inseguire la vita che desideriamo», l’opinione di Marina.
«Consiglio di fare ricorso a chi è stato vittima di ingiustizie. Non si ha niente da perdere, tanto si perderebbe comunque un anno. Già siamo in balia di tante situazioni, non è che giusto che gli studenti siano vittime anche di ingiustizie legate alle dinamiche dei test», la conclusione di Roberta.
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