Un nuovo pacchetto di leggi che permetterà all’Unione di dichiarare lo stato di emergenza sanitaria transfrontaliero, nel rispetto dei trattati con gli stati
La Commissione Europea lancia un pacchetto di proposte legislative che mirano a rafforzare il ruolo dell’Ue nelle emergenze sanitarie transfrontaliere. Il tutto, rimanendo entro i limiti fissati dai trattati, che in materia sanitaria prevedono una chiara prevalenza della competenza degli Stati nazionali. Dall’Ue, innanzitutto, più poteri anche a Ecdc e Ema.
In particolare, verranno rafforzate le due agenzie Ue che operano in campo sanitario. L’Ecdc (European Centre for Disease Control), con sede a Stoccolma, che oggi non può neppure dare raccomandazioni agli Stati membri, e l’Ema (European Medicines Agency), con sede ad Amsterdam. Le raccomandazioni che l’Ecdc potrà emettere saranno comunque non vincolanti per gli Stati membri; l’agenzia potrà creare una rete europea di laboratori di riferimento. L’Ema, dal canto suo, dovrà anche monitorare e mitigare il rischio di carenze di farmaci e attrezzature mediche nell’Ue.
Inoltre, un nuovo regolamento sulle minacce transfrontaliere alla salute pubblica consentirà, tra l’altro, alle autorità Ue di dichiarare lo stato di emergenza a livello europeo. La dichiarazione dello stato d’emergenza comporterà un aumento del coordinamento tra gli Stati e permetterà lo sviluppo, la costituzione di scorte e l’acquisto dei prodotti utili ad affrontare l’emergenza.
Gli Stati membri dovranno anche migliorare la trasmissione dei dati relativi ai servizi sanitari, come, ad esempio, la disponibilità di posti letto, la capacità delle terapie intensive, il numero di medici e infermieri.
Le proposte legislative andranno negoziate da Parlamento Europeo e Consiglio e dovranno rispettare i limiti fissati dall’articolo 114 e dal 168 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Quest’ultimo stabilisce che in campo sanitario l’azione dell’Ue «completa le politiche nazionali» e si indirizza al «miglioramento della sanità pubblica, alla prevenzione delle malattie e affezioni e all’eliminazione delle fonti di pericolo per la salute fisica e mentale».
L’azione dell’Ue, prevede ancora il trattato, «comprende la lotta contro i grandi flagelli, favorendo la ricerca sulle loro cause, la loro propagazione e la loro prevenzione. Nonché l’informazione e l’educazione in materia sanitaria, nonché la sorveglianza, l’allarme e la lotta contro gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero».
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