In Commissione Sanità al Senato l’audizione di David Lazzari, il Presidente del CNOP: «In ambito psicologico i cittadini ricevono risposte in un caso su 5, un tasso molto basso. Il bisogno di assistenza psicologica al contrario aumenta: il 90% dei cittadini vorrebbe gli psicologi nei servizi pubblici»
«È mancata da sempre una messa a sistema della psicologia nei servizi territoriali: serve un investimento complessivo in questo campo». Davanti ai senatori della Commissione Sanità che stanno lavorando all’Affare assegnato sul potenziamento e la riqualificazione della medicina territoriale nell’epoca post Covid, il Presidente del Consiglio Nazionale Ordine Psicologi, David Lazzari, ha ripetuto quello che va ripetendo da tempo: alla crescita dei bisogni psicologi della popolazione non è seguita un’adeguata risposta dei servizi pubblici, soprattutto là dove c’era più bisogno, cioè nella medicina del territorio. Il documento.
Un cambiamento in questo senso sembrava rappresentato dalle USCA, le Unità Sanitarie di Continuità Assistenziale: il Dl Rilancio prevede che le Regioni possano assumere psicologi per integrare questi team sino al 31 dicembre 2021. Ma al momento il Dl è rimasto lettera morta: «Così non è stato – ha sottolineato Lazzari – perché il 90% delle regioni non ha inserito psicologi nelle USCA».
Il ragionamento del Presidente del CNOP parte da dati preoccupanti: «Sappiamo che per quanto riguarda i LEA in ambito psicologico i cittadini ricevono risposte in un caso su 5, un tasso molto basso – spiega Lazzari -. Il bisogno di assistenza psicologica al contrario aumenta: il 90% dei cittadini vorrebbe gli psicologi nei servizi pubblici».
Un bisogno che, inevitabilmente, è cresciuto molto in tempi di pandemia: «Lo psicologo si occupa degli equilibri adattativi. Oggi si usa molto la parola resilienza, lo psicologo è promotore di resilienza».
Nonostante le tante leggi che evidenziano l’importanza del sostegno psicologico («Anche nel Piano nazionale della cronicità che comporta una revisione dell’assistenza è previsto un ruolo importante dell’assistenza psicologica», ricorda Lazzari), la realtà normativa non ha seguito questa esigenza crescente dei cittadini: «Serve un investimento complessivo in questo campo – spiega il Presidente CNOP -. Per poter assicurare la trasversalità propria dello psicologo le risorse professionali devono essere gestite in maniera integrata e coordinata. Gli psicologi sono pochi dal punto di vista numerico e non hanno nessuna possibilità di autogestione: in molte regioni possono operare solo nell’ambito di determinati servizi. Un Direttore di Asl che volesse distribuire le competenze psicologiche non ha questa possibilità: nell’80% delle Asl manca questo livello di coordinamento».
Lazzari però non pensa a uno psicologo scollegato dagli altri professionisti della sanità, ma anzi lo immagina all’interno di un lavoro di équipe: «Siamo una figura che promuove l’integrazione con le altre professioni. La persona è un organismo psicobiologico. Secondo noi questa deve essere l’occasione perché ci sia un allineamento tra la missione della professione e la realtà del sistema. C’è un gap molto forte, la psicologia è cresciuta ma non c’è stato un pensiero che ha messo a sistema tutto ciò. Non abbiamo avuto voce in capitolo. Non rivendichiamo una separatezza, ma integrazione tra le discipline».
Lazzari ha poi ricordato alcune buone pratiche che possono essere da esempio: il protocollo INAIL – CNOP, tra gli altri, a cui però è mancata la fase attuativa, e anche le linee guida elaborate con l’ISS per la teleassistenza. E poi ha posto l’accento sulla situazione dell’infanzia, resa preoccupante dalla chiusura delle scuole: «Il 20 novembre è la Giornata dell’infanzia e dell’adolescenza – ha ricordato Lazzari -. Nei prossimi giorni vedrò la ministra Azzolina per capire l’impatto della situazione della scuola sui bambini».
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