L’identikit del medico che si aggiorna in epoca Covid: ha buone capacità informatiche, considera la FAD il futuro e la preferisce perché è padrone del proprio tempo
Nelle zone rosse e arancioni della pandemia i medici si formano di più. A rivelarlo è un’indagine condotta su medici di tutta la Penisola realizzata dall’Associazione Provider Formazione nella Sanità, tra metà ottobre e metà novembre, durante la seconda ondata di coronavirus. È stato sottoposto, ad un campione di 1745 camici bianchi di tutta Italia, un questionario con 15 domande sulla utilità e efficacia della formazione professionale. Analizzando i dati, esiste un connubio tra zone maggiormente colpite dal coronavirus e l’aumentata richiesta di aggiornamento professionale medico-sanitario. Dai risultati emerge che a formarsi di più sono i medici che operano principalmente nelle regioni ‘rosse’. Ai primi posti, infatti, ci sono Lombardia, Campania, Emilia Romagna, a seguire Piemonte, Veneto e Toscana. «L’educazione continua in medicina rappresenta un pilastro fondamentale della professione medico sanitaria, come evidenziato dal Ministro della Salute Roberto Speranza. Questo è risultato ancora più evidente con la pandemia che ha reso le linee guida e i vecchi protocolli non sufficienti a contrastare le nuove sfide sanitarie rendendo necessario maggiore studio e aggiornamento scientifico» – dichiara Simone Colombati Presidente Associazione Provider Formazione nella Sanità a commento dell’indagine. E a proposito del settore dei provider Ecm aggiunge: «Sono soddisfatto della capacità dell’intero comparto, che conta migliaia di provider, di aver reagito alle gravi perdite subite a causa della pandemia dimostrando di sapersi adattare alle nuove esigenze e creando un’offerta adeguata e di qualità, apprezzata dai i medici, come ha dimostrato il sondaggio».
La formazione migliora la produttività al lavoro per il 57% degli intervistati. Il 36% degli intervistati fa esclusivamente corsi online, tendenza in costante aumento. Il 29% mista sia a distanza che in presenza, a scegliere esclusivamente i corsi residenziali è solo il 10%. La FAD piace perché si può usufruire del servizio in qualsiasi momento, perché permette di risparmiare tempo non dovendo spostarsi fisicamente e perché consente un apprendimento personalizzato. A preferire esclusivamente la formazione residenziale sono rimasti in pochi, solo il 10%. Il 59% dei camici bianchi partecipa a più di 5 eventi formativi o corsi di formazione l’anno, mentre il 32% dai 3 ai 5 eventi formativi. Anche sulla prospettiva della FAD i medici sono ottimisti, il 75% ha dichiarato “credo che la formazione a distanza (FAD) possa avere un eccellente futuro”.
I camici bianchi che utilizzano la formazione come strumento di apprendimento e aggiornamento sono ambosessi tra i 45 e i 65 anni, hanno competenze informatiche sufficienti o buone per l’80%, lavorano in paesi o città minori (82%) rispetto alle grandi città (18%).
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