Il direttore sanitario dell’ospedale di Cremona: «C’è una carenza strutturale, fondamentale aumentare le borse di studio e fare una programmazione corretta»
«Lo scorso marzo e aprile avevamo 12 anestesisti in più reclutati con un bando libero professionale e quindi siamo riusciti a coprire un maggior numero di posti in terapia intensiva. Questa volta non abbiamo questi numeri perché nessuno si è presentato al bando che abbiamo fatto e quindi facciamo fatica ad avere più posti letto di quelli che abbiamo oggi, ovvero 15 in terapia intensiva più 5 no Covid in sala operatoria e altri 5 ad Oglio Po».
A lanciare un appello per reclutare medici anestesisti anche in pensione è il direttore sanitario dell’ASST di Cremona, Rosario Canino. In questa seconda ondata di emergenza Covid, infatti, per mantenere attivi tutti i reparti, le specialità, le linee di emergenza e le sale operatorie degli ospedali di Cremona e Oglio Po, necessita di più anestesisti. Che non riesce a trovare.
«Abbiamo in totale 160 pazienti di cui 20 in terapia intensiva e 15 in sub intensiva. Durante il week-end l’accesso al pronto soccorso è stato nella norma – spiega – senza avere nuovi casi di Covid, quindi è verosimile che ci possa essere questa tendenza, ovvero una riduzione dei contagi e, di conseguenza, dei ricoveri. Me lo auguro, anche se non ci credo molto e temo la terza ondata dopo le festività natalizie».
Nessun nuovo caso di Covid registrato dal pronto soccorso di Cremona non cambia però il pensiero del direttore sanitario che chiede a gran voce di avere più anestesisti. «C’è una carenza strutturale di 18 anestesisti, 11 a Cremona e 7 nell’altro presidio. Abbiamo indetto un concorso che verrà espletato il 2 dicembre e vede la partecipazione di cinque anestesisti su sei posti messi a concorso. Inoltre, quest’anno abbiamo bandito un altro bando per medici di tutte le categorie, ma nessun anestesista si è presentato, quindi abbiamo una carenza di 12 anestesisti rispetto a marzo e aprile scorso. Avremmo voluto istituire un altro punto di guardia, ma gli anestesisti sono pochi e non riuscivamo ad aumentare i posti in terapia intensiva come abbiamo fatto a marzo ed aprile quando siamo arrivati a 68 pazienti intubati. In quel caso, però, avevamo aperto tutte le sale operatorie sia a Cremona che a Oglio Po».
Un cambio di passo che per Canino sarebbe possibile solo con un intervento a livello istituzionale andando ad agire sulle borse di studio per specializzandi: «Per evitare che troppi medici vadano all’estero dove hanno un trattamento economico migliore – spiega il direttore sanitario dell’ospedale di Cremona – sarebbe fondamentale aumentare le borse di studio per gli specializzandi i cui effetti si potrebbero già vedere tra cinque o sei anni. Fondamentale poi è la programmazione per capire quanti medici ci servono da qui a dieci anni. Se non si fa questo, anche il numero chiuso diventa un grosso limite per la professione».
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